MILLA PRANDELLI
Cronaca

Sam, il campione di basket morto a 24 anni per una trombosi. Il dolore della mamma: dai medici non è arrivato neanche un “ci dispiace”

La lettera alla redazione de il Giorno di Chiara Cattini: “Per sciogliere la rabbia sarebbe bastata una telefonata, che da quel maledetto mese di ottobre 2023 non c’è mai stata”. E l’autopsia non svela le responsabilità che hanno causato il decesso

Samuel Dilas, una giovane vita e una promettente carriera sportiva spezzate a soli 24 anni

Samuel Dilas, una giovane vita e una promettente carriera sportiva spezzate a soli 24 anni

Lumezzane (Brescia), 15 ottobre 2024 – È passato un anno dalla morte di Samuel Dilas, pivot della Luxarm Lumezzane, di casa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Il 24enne giocava nel Bresciano da tre anni dopo avere militato nella Pallacanestro Forlì 2.015, nella Scandone Avellino e in molte altre squadre. È morto il 15 ottobre 2023 in ospedale a Brescia. Era stato ricoverato per la seconda volta in pochi giorni. Gli amici, i compagni di squadra e gli avversari lo hanno sempre descritto, così come i familiari, come un “gigante buono”: 206 centimetri d’altezza per 106 chili, protagonista di gesti di generosità nella vita e nel gioco. Samuel è morto a causa di una trombosi, come ha attestato l’autopsia.

Un anno fa, subito dopo la sua morte, la magistratura di Brescia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, senza indagati. In precedenza, il 2 ottobre 2023, il giovane era stato ricoverato per dispnea e febbre alta. È stato dimesso una decina di giorni dopo. Poco dopo è deceduto, dopo un altro ricovero in ospedale, a causa di diverse trombosi. La prima lo ha colpito alla gamba, altre in diverse parti del corpo, successivamente identificate dai medici. I risultati dell’autopsia sono stati notificati alla famiglia a marzo del 2024. Al momento non sono stati identificati responsabili per quanto accaduto e non è chiaro se la trombosi sia collegabile ai problemi che avevano portato Samuel Dilas ad essere ricoverato a Brescia per la prima volta. Ad annunciare il decesso era stata la squadra di pallacanestro valgobbina, dove giocava come ala centro. Samuel, da tutti consociato come Sam. Ha lasciato nel dolore i genitori Chiara e Torsten, la sorella Maia, la compagna Marika, i nonni e gli zii, oltre a tutti coloro che frequentava nel mondo del basket. 

Qui sotto la commovente testimonianza della sua mamma

Chiara Cattini sta provando un dolore inimmaginabile per una madre: la perdita del figlio
Chiara Cattini sta provando un dolore inimmaginabile per una madre: la perdita del figlio

“Mi chiamo Chiara Cattini, sono la mamma di Samuel Dilas, il ragazzo di Novellara deceduto nell’ottobre del 2023 agli Spedali Civili di Brescia, a 24 anni. È trascorso esattamente un anno dall’evento più traumatico della mia vita, mesi in cui oltre al dolore disumano, ho dovuto fare i conti con mille cose per avere risposte. La tanto attesa autopsia è arrivata a marzo: 72 pagine, stampate, lette e studiate. Credevo che finalmente avrei avuto quelle risposte che tanto cercavo, ma non è stato così. I principali fattori scatenanti sono le grosse infiammazioni. Ma io, da mamma, volevo sapere se si poteva prevenire e quindi salvare… Samuel era entrato in pronto soccorso il 2 ottobre 2023 per dispnea e febbre alta. Dopo 11 giorni, hanno pensato di dimetterlo perché secondo loro era migliorato. Da un giorno non aveva più puntate di febbre, ma rimanevano alti i livelli di infiammazione. Il giorno dopo le dimissioni mio figlio ha chiamato l’ambulanza: non stava bene. Febbre, dispnea e forte dolore alla gamba. Da lì, non ne è più uscito. Perché l’hanno dimesso? Perché dopo 11 giorni di ospedale i valori d’infiammazione restavano alti? Perché? So che forse le cose potevano andare diversamente, ma tutti possono sbagliare. Forse sarebbe bastata una telefonata dai medici che l’hanno curato con un “ci dispiace”: sarebbe bastato per sciogliere la mia rabbia. Vorrei che i medici cercassero di migliorarsi sempre di più, anche dagli sbagli, studiando i casi più rari e anormali come quello di mio figlio, per evitare che possa succedere a qualcun altro. Ora mi sento ancora troppo fragile per tornare nel mondo, ho bisogno di restare nel mio, con le mie persone, con animali parlanti e cieli infiniti, dove ogni cosa mi ricorda Samuel. La vita è diventata troppo difficile per me. Porto mio figlio nel cuore per sempre. Sono orgogliosa di te, Samuel, e ti ringrazio per avermi onorata della tua presenza e avermi permesso di essere la tua mamma”.