
Acqua inquinata a San Felice del Benaco
San Felice del Benaco, 30 giugno 2018 - Restano chiusi i rubinetti di San Felice del Benaco: l’emergenza Norovirus non è passata. È di giovedì l’ordinanza contingibile e urgente firmata dal sindaco Paolo Rosa che vieta di usare l’acqua del rubinetto a scopo alimentare (vietato bere, ma anche utilizzarla per preparare da mangiare). A dare l’allarme, l’Ats di Brescia che monitora le acque per uso umano, dopo che il Norovirus GII, di origine fecale, tra le principali cause di gastroenteriti e patologie affini, è stato trovato in alcuni campioni analizzati dall’Istituto Zooprofilattico, provenienti da vari punti di prelievo e da un serbatoio locale. Ieri sono proseguiti i controlli; intanto, per tamponare il disagio, il gestore dell’acquedotto, Acque Brescia srl, ha predisposto l’invio di autobotti a San Felice, Portese e Cisano, per fornire l’acqua dalle 6 alle 24.
La vicenda è uno schiaffo per la comunità - 3.500 abitanti, senza contare i turisti - che già nel 2009 aveva vissuto l’incubo Norovirus con un’epidemia di gastroenterite. Il Tribunale ha poi accertato che, all’origine di quell’episodio ci fu il malfunzionamento all’impianto di clorazione delle acque pescate nel lago, portate nelle case dall’acquedotto (arrivarono anche due condanne). L’ultima emergenza riaccende i riflettori sul problema dell’inquinamento delle acque bresciane, da cui il lago di Garda non è esente. Nel Benaco arrivano le acque di diversi immissari, che portano di tutto. Oltre ai batteri, ci sono sostanze chimiche: è dell’11 maggio l’ordinanza che rinnova il divieto di consumare anguille, contaminate da Pcb e diossine presenti nel fondale. Riemerge così la necessità di dotarsi di un nuovo depuratore del Garda, di cui si discute da anni. La vicenda del Norovirus, per altro, arriva in piena stagione turistica, danneggiando l’immagine della riviera bresciana.
La Tourist coop Valtenesi - con una cinquantina di strutture ricettive - si riunirà presto per valutare le azioni a tutela del territorio.