
I carabinieri hanno subito avviato le ricerche per rintracciare i rapinatori
San Gervasio (Brescia), 1 novembre 2019 - Doveva essere la classica rapina da film. Nel mirino dei malviventi, un portavalori carico di contanti da depositare in banca. L’assalto è stato fulmineo, due banditi entrati in azione determinati e pronti a tutto pur di mettere le mani su un bottino da sballo. Ma con ogni probabilità il colpo è sfumato e gli autori ne hanno ricavato una delusione direttamente proporzionale al numero di banconote che pensavano di avere arraffato. È quel che è accaduto nella tarda mattinata di ieri nel centro di San Gervasio Bresciano, in via Antica Piazzola. Sono le 11 quando un furgone Fidelitas si ferma davanti alla sede di Ubi Banca. Una guardia giurata scende dal mezzo, con sé ha la valigetta con i contanti da consegnare. Centomila euro. A un tratto, mentre il vigilante sta per varcare l’ingresso della filiale, due rapinatori gli si scagliano addosso prendendolo alle spalle. Due uomini a volto travisato che, brandendo una pistola, lo immobilizzano, gli sfilano di mano la preziosa valigia, gli strappano la pistola d’ordinanza - la scena è stata immortalata dalle telecamere di videosorveglianza - poi girano i tacchi e si dileguano alla velocità della luce. Poche, rapide mosse di chi sa bene come agire. Ma forse non è abbastanza informato degli ultimi sofisticati dispositivi inventati per proteggere il contenuto a molti zeri delle valigette destinate alle banche. All’interno infatti c’è un timer che controlla un erogatore di inchiostro.
Tutto è programmato perché il meccanismo venga disinnescato nel giro di pochi attimi, il tempo che si presume serva alla guardia giurata per consegnare i soldi ai dipendenti. Ieri però appena si è capito che cosa stava succedendo, il personale dell’istituto di credito ha subito bloccato le porte. Quindi se nessuno è riuscito a fermare il dispositivo - difficile che i rapinatori siano così specializzati da arrangiarsi da soli, così come è quasi impossibile abbiano fatto in tempo - i contanti sono andati distrutti dalla vernice rossa. E quando poi i banditi hanno aperto la valigetta, anziché brindare per il colpo grosso, è altamente probabile vi abbiano trovato solo centomila euro di carta straccia. Il caso, su cui indagano i carabinieri della Compagnia di Verolanuova, riporta alla mente una vicenda accaduta otto anni fa a Quinzano d’Oglio, sempre nella Bassa bresciana. L’epilogo fu tragico e fece molto scalpore, perché si concluse in un duplice omicidio. Quattro aprile 2011. Mauro Pelella, guardia giurata della Fidelitas, sparò a due rapinatori in fuga, intercettati per caso fuori da una banca, uccidendoli. Otello Astolfi, 62 anni di Ravenna, e Ivan Alpignano, 38 anni di Caselle Torinese. I banditi scappavano dalla Cassa rurale e artigiana con in spalla un bottino di oltre diecimila euro. Correvano verso la Fiat Bravo su cui li attendeva un complice. In quel frangente il portavalori con a bordo Pelella e un collega arrivò e incrociò i due banditi in un vicolo.
La guardia scese dal furgone e iniziò a sparare all’indirizzo della loro auto, esplodendo un caricatore con 15 colpi. Astolfi e A lpignano vennero raggiunti in pieno dai proiettili. Il terzo bandito in macchina rimase illeso e venne catturato qualche ora dopo. "Ho avuto paura che volessero assaltare il furgone - si è sempre giustificato Pelella, sostenendo che non intendeva uccidere -. E la Bravo aveva innestato la retromarcia e temevo mi investisse". I giudici però non gli hanno creduto, scartando anche l’ipotesi della legittima difesa. E il vigilante è stato condannato a 11 anni e 4 mesi per duplice omicidio volontario.