REDAZIONE BRESCIA

Scavati sulle montagne del Maniva Ecco i bunker degli alpini in guerra

Collio, continua incessante il lavoro volontario delle penne nere per riportare alla luce le vecchie trincee

Nuove, eccezionali, scoperte dei membri dell’Ana di Brescia, con il supporto logistico degli alpini della Valle Trompia e di apprezzati storici e professionisti, col lavoro di tutti i gruppi della provincia e la consulenza degli studiosi del Museo degli Alpini dell’Ana di Brescia: tra i più apprezzati d’Italia. Le penne nere, da anni, lavorano per restituire alla memoria una serie di installazioni e postazioni che nel sito Ana si legge essere posizionate sulla seconda linea delle Giudicarie, durante la Grande Guerra. Dopo avere riportato alla luce un primo bunker con casamatta, percorsi in trincea e gallerie, tutti siti tra i 1800 e i 1900 metri nella zona di Monte e passo Maniva, i volontari guidati da Gianbattista Turrini, a capo della sezione, stanno rendendo visitabili 2 nuove strutture: solo una piccola parte di quelle esistenti: dato che le montagne risultano essere state scavate e ospitare un vero reticolo di passaggi e stanzoni.

"Stiamo riportando alla luce un vero tesoro anche grazie alla supervisione dell’ingegnere Fabio Lazzari – spiega Daniele Nicolini, coordinatore dei gruppi dell’alta Valle – i lavori procedono abbastanza spediti, basati solo sul volontariato". La tecnica è la stessa che si usava per scavare miniere. "Per entrare nei bunker è necessario metterli in sicurezza – spiega lo storico Giovanni Cometti – i volontari, che fanno un lavoro eccezionale, stanno utilizzando la tecnica della “marcia avanti“, ovvero puntellando i soffitti poco alla volta e usando travi e ferro appositamente disegnati e misurati per quel punto specifico". I due bunker, uno più grande e uno più piccolo si trovano lungo il sentiero che va al Dosso Alto. In quello più grande, visitato nelle scorse ore alla presenza di Gianni Molinari del Rotary di Valletrompia si vedono i 2 collegamenti con l’esterno, mentre quello più piccolo è una chicca, poiché lo storico Angelo Dolzanelli ha voluto ricostruire una scena d’epoca. "Ho studiato a lungo come dovevano esser arredati i bunker – spiega Dolzanelli- e così ho ricostruito le brande e realizzato materassi con sacchi di iuta del tempo. Ho aggiunto un tavolino, dove i gli alpini probabilmente cenavano e pranzavano durante le lunghe nevicate". Presto i bunker saranno aperti al pubblico. A breve potrebbe essere portata alla luce una scoperta a dir poco eccezionale. L’unico bunker visitabile è gestito dalla società miniereskimine. La visita deve essere prenotata miniereskimine@gmail.com Milla Prandelli