Sarà l'istituto di medicina legale degli Spedali civili di Brescia ad effettuare l'esame del Dna e l'autopsia sul corpo ritrovato ieri a Vione, in provincia di Brescia. Gli inquirenti non hanno praticamente dubbi sul fatto che si tratti di Laura Ziliani, l'ex vigilessa scomparsa l'8 maggio da Temù, ma serve la prova scientifica per avere certezze che si tratti proprio della 55enne. Il cadavere non aveva le scarpe. Circostanze sulle quali sta lavorando la Procura di Brescia con il pm Caty Bressanelli che ha assegnato gli incarichi medici all'equipe del professor Andrea Verzeletti.
La macabra scoperta del corpo è stata fatta da un bimbo di otto anni, che stava passeggiando in compagnia del padre, non è certo passata inosservata. Il caso vede indagate due delle 3 figlie della donna, insieme al fidanzato di una di loro. Ma il giallo attende ancora una conclusione. Era l'8 maggio quando la donna svaniva nel nulla. «È uscita di casa alle 7 per andare a fare una passeggiata, dovevamo vederci alle 10 per andare in discarica a portare vecchi mobili, ma non è mai arrivata» dirà la figlia maggiore che alle 11.58 dello stesso giorno chiama il 112 e lancia l'allarme. La stessa ragazza, 27 anni, il fidanzato coetaneo, e la sorella più piccola, di 19 anni, qualche settimana dopo saranno iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia per l'ipotesi di reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Il 23 maggio, ai piedi di un torrente della zona di Temù, era stata trovata una scarpa da montagna forse appartenuta a Laura Ziliani, vedova dal 2012 e che abitava a Brescia ma che nel fine settimana tornava in Vallecamonica per la grande passione della montagna. È stato un turista a notare questa mattina un corpo in mezzo alla vegetazione, vicino al fiume Oglio a circa 500 metri più a sud rispetto a dove, nei pressi del torrente Fumeclo, era invece stata recuperata la scarpa. Il cadavere è in avanzato stato di decomposizione e solo esami approfonditi potranno stabilire se effettivamente si tratta di Laura Ziliani.
Determinante poi stabilire se la donna sia stata uccisa o se invece sia stata vittima di un incidente in montagna. Da chiarire anche se il cadavere sia stato nascosto tra la vegetazione o se invece sia stato trascinato dal fiume Oglio, o prima dal torrente e poi dal fiume, che a causa delle forti piogge degli ultimi giorni si è ingrossato fino a straripare. «È un bel mistero come sia potuto finire qui il corpo perché dalla zona indicata dove Laura sarebbe andata a passeggiare è impossibile arrivare nel fiume Oglio» commenta il sindaco di Temù, Giuseppe Pasina.
Nel corso delle ricerche a maggio gli uomini della Protezione civile, del Soccorso Alpino e i Vigili del fuoco avevano complessivamente percorso 2.500 chilometri senza trovare tracce di Laura Ziliani. E anche dopo il ritrovamento della scarpa da trekking, l'area era stata ripetutamente battuta senza fortuna. Sul posto questa mattina, nel paese al confine con Ponte di Legno e in questi giorni pieno di turisti, è arrivato il medico legale, oltre agli uomini della Scientifica dei carabinieri e i vertici provinciali dell'Arma. Il riserbo in questa fase è massimo e si attendono le prime risposte mediche.
La casa di Temù da dove Laura Ziliani sarebbe partita la mattina dell'8 maggio - una palazzina a quattro piani - è sotto sequestro da oltre un mese ed è già stata oggetto di sopralluoghi prima dei consulenti informatici nominati dalla Procura e poi dalla Scientifica. In casa, nella zona cantina adibita a guardaroba, era stato trovato il telefono cellulare della 55enne che avrebbe smesso di generare traffico dalla sera precedente la scomparsa, mentre il gps che aveva sempre al polso non ha registrato alcun dato la mattina dell'8 maggio.