
La squadra di terra del Soccorso alpino ha individuato il corpo della donna. Si trovava a 700 metri di quota, in una zona impervia all’interno del bosco.
È stato ritrovato poco prima delle 10 di ieri mattina il corpo della base jumper russa di 56 anni le cui ricerche erano cominciate ieri sera per il mancato rientro dopo un lancio con la tuta alare dal Monte Brento. La donna è stata trovata da una squadra di terra del Soccorso alpino in una zona impervia nel bosco a una quota di circa 700 metri, 180 metri più a valle dell’exit Eagles sul monte Brento, fra la via del Boomerang e lo scudo di Cima alle Coste. Da una prima ricostruzione è probabile che la base jumper non sia riuscita ad aprire il paracadute, dopo essersi lanciata con la tuta alare.
L’allarme al 112 era scattato intorno alle 19.40 di venerdì sera, poiché la donna non ha fatto rientro all’alloggio. La sua auto è stata ritrovata nel parcheggio dove l’aveva lasciata. Da una prima ricostruzione del Soccorso alpino e speleologico trentino, pare che la base jumper sia salita con altre persone fino al luogo prescelto per il salto e che queste persone abbiano poi proseguito per raggiungere il Becco dell’Aquila. Le ricerche sono iniziate nella serata del 25 aprile coinvolgendo le squadre della stazione Riva del Garda del Soccorso alpino e speleologico che hanno cominciato a perlustrare la parte alta della montagna, aiutati dalla luce della fotoelettrica dei vigili del fuoco che ha illuminato a giorno la parete. Nel frattempo si è alzato in volo anche l’elicottero, con a bordo due tecnici di elisoccorso del Soccorso alpino e un operatore della stazione di Riva del Garda, per effettuare un sorvolo sulla zona dell’ipotetica traiettoria di volo, ma senza esito. Sono stati utilizzati anche i droni dei vigili del fuoco con le termocamere. Le operazioni sono proseguite nella mattinata, fino al ritrovamento avvenuto grazie alle squadre di soccorritori da Riva del Garda, Val di Ledro e Trento Monte Bondone del Soccorso alpino, che hanno setacciato via terra la parte alta della montagna.
Un incidente simile a quello accaduto alla base jumper russa si era verificato lo scorso dicembre nel Bresciano, a Tremosine, ed era costato la vittima a un jumper piemontese di 33 anni, Matteo Rodolfo Maranca, di origini cubane e residente nel Torinese.