FEDERICA PACELLA
Cronaca

Una “cosa rosa” per l’ambiente. La scoperta di scienziati e AI: un materiale inedito che riduce la Co2

I ricercatori dell’Università di Brescia erano al lavoro sul riciclo delle batterie al litio esauste: nel prodotto di scarto una sostanza mai classificata da usare per la catalisi industriale

Il team di ricerca

Il team di ricerca

Brescia – Serendipità, ovvero la capacità di rilevare e interpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi d’indagine.

Così i ricercatori dell’Università degli studi di Brescia guidati da Elza Bontempi descrivono la scoperta di un nuovo materiale in grado di trattenere Co2, ottenuto casualmente nell’ambito di un’altra ricerca, quella sul metodo innovativo per il riciclo delle batterie esauste. Il progetto ha ottenuto recentemente il finanziamento di circa 900mila euro (su un valore complessivo di 1 milione) dal Ministero dell’Università e della Ricerca, nell’ambito dei progetti Fisa-2022, con l’obiettivo di realizzare un primo prototipo di un impianto dimostrativo di una nuova tecnologia di recupero di litio, materia prima strategica fondamentale per la transizione energetica, da batterie esauste, basata su processi carbotermici, con l’uso delle microonde.

Nel corso dello studio, i ricercatori si sono accorti che, lasciando il materiale in frigorifero dopo il lavaggio con acido, rimaneva un deposito, precipitazione di alcuni cristalli, di color rosato. Attraverso l’intelligenza artificiale, hanno provato a capire di che materiale si trattasse, rilevando che non esisteva nulla di simile. Non solo: oltre all’identificazione, l’AI ha facilitato l’esplorazione delle potenziali applicazioni del composto, in linea con i principi dell’economia circolare. Due le opzioni. Il nuovo materiale poteva essere utile in ambito farmaceutico, ipotesi scartata però dai ricercatori poiché si tratta di un prodotto derivante dal ciclo dei rifiuti. L’altra applicazione è la catalisi, ovvero la possibilità di impiegarlo per ridurre la Co2. Si aprono così scenari interessanti di applicazione in ambito industriale.

“Questo studio – spiega Bontempi – dimostra innanzitutto il potenziale significativo dell’intelligenza artificiale, nel facilitare la scoperta di nuovi materiali ottenuti dal riciclo di batterie al litio esauste. Usando metodologie basate sull’AI, è stata individuata una nuova struttura, validata sperimentalmente”. Si tratta della prima volta che l’AI ha effettivamente aiutato a identificare un nuovo materiale, come spiegato nell’articolo scientifico pubblicato su Environmental Research. L’esperienza umana non viene sostituita, ma l’AI riduce i tempi della ricerca bibliografica, mentre i ricercatori possono focalizzarsi sull’interpretazione dei dati e sulle indicazioni da dare all’AI, rendendo più efficace il processo di identificazione.

Al momento il nuovo materiale non ha ancora un nome, ma per quanto riguarda le possibili applicazioni, i risultati preliminari sono già molto promettenti, perché il materiale ottenuto potrebbe essere utilizzato come catalizzatore per la riduzione della Co2 e per produrre materiali innovativi, a basso costo, attraverso il riciclo virtuoso delle batterie.

“Grazie alla collaborazione con l’Università di Catania e quella di Milano-Bicocca, stiamo ora verificando le previsioni di utilizzo fornite dall’AI. Questa integrazione dell’intelligenza artificiale evidenzia il suo potenziale come strumento trasformativo per il recupero e il riutilizzo sostenibile dei materiali, dimostrando il suo valore nel migliorare l’efficienza, la precisione e l’innovazione nella scienza dei materiali”.