Milano, 1 dicembre 2024 – Numeri stabili per Milano, in leggero calo per Brescia, ma con un aumento di donne e minori. Sono gli ‘invisibili’ che si rivolgono agli Help Center, servizi di primo intervento gestiti da enti di Terzo Settore, nati grazie alla relazione tra Comuni e privati, in particolare il Gruppo Ferrovie dello Stato, che concede gli spazi per un primo accesso a chi è in grave marginalità. In Lombardia sono due gli Help Center, a Brescia e a Milano, ma i dati raccolti nel nuovo rapporto dell’osservatorio Nazionale della solidarietà nelle stazioni italiane permette di avere uno spaccato del fenomeno delle persone che, per varie ragioni, si ritrovano ad essere senza dimora.
Grandi città attrattive
Nel 2023 sono state 4.169 le persone che si sono rivolte all’Help Center di Milano (4.414 nel 2022), 546 per Brescia (626 nel 2022). Proprio qui, però, si registra un aumento importante rispetto al capoluogo lombardo, visto che nel 2017 erano stati ‘solo’ 167 gli utenti, mentre a Milano in quello stesso anno si era registrato il record di 12.500. Le ragioni sono varie e sintomatiche dei cambiamenti del tessuto sociale. Di sicuro, le grandi città attraggono normalmente le persone senza dimora (“nessuno andrebbe a dormire sul sagrato della chiesa di un piccolo Comune”, spiega l’assessore ai Servizi social del comune di Brescia, Marco Fenaroli) e questo porta un aggravio di costi per le amministrazioni locali.
L’emergenza minori
A Brescia, in particolare, negli ultimi due anni si registra anche la presenza di minori, mai emersa. Per quanto riguarda i bisogni, le richieste riguardano supporto alimentare, igiene, mentre sono in leggero calo le richieste di alloggio, perché c’è la consapevolezza dell’irrealizzabilità del sogno di un posto letto stabile. I dati degli Help center non esauriscono il quadro dei senza dimora, che è difficile da quantificare, vista la rapidità con cui cambia. Un’analisi di POliS-Lombardia ha stimato in 16mila i senza dimora lombardi, di cui 9.746 italiani, 6.600 stranieri o apolidi. A Brescia, il Comune ha censito i ‘dormienti’ per aver un’idea sia dei numeri (560) che delle loro storie. “Gli invisibili abbiamo iniziato a vederli – spiega Fenaroli –. Preoccupa, però, la catena dell’impoverimento”.