BEATRICE RASPA
Cronaca

I finti rapimenti di Sandrini e Zanotti (poi diventati veri). Assolti anche in appello i tre accusati della messinscena

Il caso degli imprenditori bresciani finiti nelle mani degli jihadisti in Siria dopo un tentativo di simulare il rapimento per spartirsi il riscatto. Nessuna condanna per Frokkaj, Olsi Mitraj e Alberto Zanini

Sergio Zanotti, sessantatreenne ex imprenditore di Marone in una foto diffusa sul suo sequestro

Sergio Zanotti, sessantatreenne ex imprenditore di Marone in una foto diffusa sul suo sequestro

Brescia – Assoluzioni confermate anche in secondo grado per la vicenda dei presunti finti rapimenti (iniziati come una messinscena, ma poi diventati reali) dei due bresciani Alessandro Sandrini, 38 anni, e Sergio Zanotti, 63enne ex imprenditore di Marone. Ieri la Corte d’appello presieduta da Claudio Mazza non ha cambiato la lettura data dal gup, Alessandro D’Altilia, in abbreviato, sebbene la pg Cristina Bertotti abbia richiesto le medesime condanne sostenute dal pm titolare dell’inchiesta, Francesco Carlo Milanesi: 17 anni e 4 mesi per il presunto organizzatore delle ‘bufale’, il 43enne albanese Frokkaj, residente a Flero, e 11 anni e un mese per i coimputati Olsi Mitraj, 42enne connazionale di Gussago, e Alberto Zanini, 55enne di Mazzano, che invece rispondevano solo del rapimento di Sandrini. La contestazione riproposta in appello era quella di sequestro a scopo sovversivo, mentre le imputazioni di simulazione di reato e di truffa erano andate prescritte.

Alessandro Sandrini durante la prigionia
Alessandro Sandrini durante la prigionia

In primo grado era alla sbarra anche Sandrini, nella doppia veste di imputato e di parte civile. Per la procura avrebbe inscenato il sequestro insieme ai complici per spartirsi il riscatto, ma poi qualcosa non funzionò, e una volta atterrato ad Adana, in Turchia - Frokkaj riferì di averlo consegnato a un albanese e di aver poi perso i suoi contatti - finì davvero nelle mani delle milizie jihadiste.

Sequestrato nell’ottobre 2016, fu liberato con la mediazione dello Stato italiano solo il 23 maggio 2019. Al ritorno si convertì all’Islam. A processo, rappresentato dall’avvocato Max Battagliola, puntò il dito contro gli ex soci. Frrokaj stando all’accusa avrebbe organizzato il viaggio ad Antiochia pure di Zanotti. La scusa in questo caso fu un viaggio per fare affari. Ma pure Zanotti alla fine nell’aprile 2016 si ritrovò in Siria alla mercé dei talebani, e venne rilasciato solo il 5 aprile 2019. In aula tutti - ad assisterli gli avvocati Daniele Tropea, Valeria Cominotti, Maria Grazia Lanzanova - avevano ammesso di avere partecipato la truffa, ma di essere stati all’oscuro dei sequestri in questione.