FEDERICA PACELLA
Cronaca

Gavardo, battaglia per l’ospedale. “Ristrutturazione? Macché, è un ridimensionamento”

Sit-in dei comitati: contestato l'intervento da 52 milioni da avviare con i fondi del Pnrr. Segnalate penalizzazioni al punto nascita, alla Pediatria e all’Ortopedia

Il sit-in promosso per salvare l’ospedale di Gavardo

Il sit-in promosso per salvare l’ospedale di Gavardo

Brescia, 29 settembre 2024 – Decine le persone che hanno partecipato alla conferenza stampa in modalità sit-in, oltre mille quelle che hanno firmato la lettera che i comitati “La roccia“ e “Gaia“ di Gavardo, e “Federcaccia“ di Prevalle, hanno indirizzato a consiglieri e assessori regionali, Comuni, Comunità montana della Val Sabbia per chiedere di ‘salvare’ l’ospedale di Gavardo.

“Grande risalto è stato dato alla ristrutturazione da 52 milioni di euro dell’ospedale – spiega Roberta Caldera, per il comitato ‘La roccia’ – ma nel frattempo è stato sospeso il punto nascita, così come del reparto di pediatria è stato tolto il ricovero ed è rimasto solo il servizio di pronto soccorso. Da tempo, poi, è noto il problema della carenza di personale di infermieri e medici: ci chiediamo come si possa pensare di mandare avanti una bella struttura se non ci sono le persone”.

I ridimensionamenti

Se grande clamore aveva destato, a luglio, la chiusura del punto nascita, è passata più in sordina la rimodulazione di altri reparti, come quello dell’ortopedia in fascia notturna e la pediatria, rimasta come ‘pronto soccorso’, con un medico presente dalle 8 alle 20; in caso di necessità di ricovero i piccoli pazienti devono esser trasferiti a Desenzano o altre strutture.

“Solo pochi mesi fa era stato dato l’annuncio di una massiccia ristrutturazione per decine di milioni di euro della parte vecchia del complesso ospedaliero, da attuarsi con l’utilizzo di fondi Pnrr. Anche in occasione della nuova emodinamica del reparto cardiologia nessuna parola, nessun accenno è stato fatto da parte dagli amministratori locali in merito a una riduzione dei servizi o a una sospensione temporanea dei reparti, che poi sappiamo diventerà definitiva, senza troppo clamore. Da una parte si investe per ristrutturare l’immobile e dall’altra si chiudono i reparti e spariscono i servizi?”, chiede Caldera.

Di questo vogliono aver conto i tanti cittadini che hanno firmato la lettera (oltre 7mila anche quelli che hanno siglato la petizione contro la chiusura del punto nascita su change.org), sia agli amministratori locali che a Regione.

L’altro fronte

Sempre all’Asst del Garda afferisce anche l’altro ospedale attorno al quale le acque sono agitate, quello di Desenzano. La Regione vorrebbe realizzarne uno nuovo, nella località della ‘buca’, ma, oltre alle proteste di cittadini e comitati, nei giorni scorsi è arrivata la presa di distanza anche della maggioranza (centrodestra) del comune gardesano.

Venerdì, in Consiglio comunale la maggioranza ha approvato la mozione presentata dal sindaco Guido Malinverno e dai consiglieri di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Idee in Comune, che chiede al Pirellone di individuare un’area diversa o studiare meglio la possibilità di ristrutturare l’attuale nosocomio, non più a norma antisismica.