REDAZIONE BRESCIA

Soccorsi a Fonteno: 200 persone al giorno per salvare la speleologa Ottavia Piana

Un imponente dispiegamento di soccorsi a Fonteno per salvare Ottavia Piana, speleologa infortunata in una delle grotte più estese d'Italia.

Tecnici e soccorritori. Mobilitati da tutta Italia

Mauro Guiducci, vicepresidente Cnsas

Quasi 200 persone al giorno impiegate per riportare la speleologa infortunata alla luce del sole. Ieri a Fonteno, per le operazioni di soccorso di Ottavia Piana, c’erano 130 tecnici del Soccorso alpino e speleologico provenienti da tutta Italia. Oltre a loro c’erano i vigili del fuoco, impegnati al campo base e a disboscare l’area dove si trova l’ingresso della grotta, la protezione civile di Fonteno, i responsabili del Comune, i carabinieri e la polizia locale. Un dispiegamento di forze immane, iniziato sabato notte su disposizione della Prefettura di Bergamo.

Il lavoro è molto perché Ottavia, quando ha fatto un volo di circa sei metri, si trovava a quattro ore di cammino in condizioni normali dall’ingresso della cavità carsica: una delle 20 più estese in Italia. Ieri in giornata erano stati percorsi circa tre chilometri, poi l’accelerata. Questo grazie alla preparazione dei tecnici del Soccorso alpino e speleologico, che sono formatissimi e hanno diverse specializzazioni. Le due di base sono Operatore di soccorso speleologico Oss e Tecnico di soccorso speleologico.

Tra gli operatori vi sono medici e infermieri. "Lavorano tutti per aziende e strutture sanitarie – spiega Mauro Guiducci, vicepresidente del Soccorso alpino e speleologico nazionale – sono tutti specializzati in medicina dell’emergenza e sono rianimatori, anestesisti, medici e infermieri di pronto soccorso e comunque tutti molto preparati a operare sotto stress e in situazioni estreme a livello climatico e lavorativo. Sono, come tutti i nostri soccorritori, molto esperti, preparati nello svolgere il loro lavoro e dal punto di vista psicologico".

Ieri erano presenti tecnici da molte regioni oltre la Lombardia: Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria. "Tra di noi – ha spiegato il tecnico Luca Longo – ci sono diverse specializzazioni, presenti in tutte le zone: i disostruttori, coloro che installano le linee telefoniche, chi monta le attrezzature per il trasporto dei feriti e la tenda, chi porta i materiali. Ciascuno ha la sua formazione, ha superato specifici esami". All’esterno, intanto, i vigili del fuoco stanno disboscando la zona adiacente l’Abisso Bueno, per consentire l’atterraggio di elicotteri. Ad attendere Ottavia, a casa, ci sono i familiari, che confidano "nella perizia dei soccorritori", ritenuti i migliori al mondo in ambiente carsico. E i colleghi del Gruppo Speleo Cai di Lovere e di “Progetto Sebino”, con cui era in esplorazione.

Milla Prandelli