FEDERICA PACELLA
Cronaca

Sos accoglienza centri al collasso. Boom di donne

La rete non tiene più. È la sintesi di ActionAid e Openpolis sui centri di accoglienza straordinaria, governativi e...

La rete non tiene più. È la sintesi di ActionAid e Openpolis sui centri di accoglienza straordinaria, governativi e...

La rete non tiene più. È la sintesi di ActionAid e Openpolis sui centri di accoglienza straordinaria, governativi e...

La rete non tiene più. È la sintesi di ActionAid e Openpolis sui centri di accoglienza straordinaria, governativi e su quelli a gestione degli enti locali con il report “Accoglienza al collasso. Centri d’Italia 2024“. Proprio i numeri sono il primo problema perché "il governo italiano sta rendendo sempre più difficile accedere ai dati sui centri di accoglienza, mentre il sistema si satura e diventa sempre meno sostenibile". Quelli resi disponibile dal Viminale per le province, aggiornati al 2023, evidenziano per Brescia 2.160 presenze a fronte di 1.965 posti disponibili nelle 255 strutture. Facendo un confronto col resto della Lombardia, si tratta del numero più alto dopo Milano, ma, rapportato alla popolazione residente, si parla di 17 presenze ogni 10mila abitanti, proprio come Milano. Meno, comunque, rispetto ai 9 su 10mila di Bergamo, ma decisamente sotto i 33 ogni 10mila abitanti di Cremona. Per quanto riguarda la tipologia di struttura, sono cresciuti soprattutto i posti Cas (centri di accoglienza straordinaria) da 894 posti a 1.273 tra il 2022 e il 2023, mentre i posti Sai (sistema di accoglienza e integrazione) sono rimasti sostanzialmente stabili, segno che l’accoglienza viene fatta soprattutto nelle grandi strutture di emergenza, spesso affidate direttamente dal Ministero, nonostante i numeri complessivi degli arrivi siano in realtà limitati. Altro trend rilevato è la “femminilizzazione“ dell’accoglienza nei Sai, dove la presenza di donne è quintuplicata fra il 2014 e il 2023. "Il rischio però è che non si riesca a rispondere a bisogni e aspirazioni delle donne. Anche nel Sai, infatti, i servizi garantiti a chi chiede asilo sono meno di quelli per persone rifugiate, quindi anche le possibilità di affrontare situazioni complesse come quelle di madri sole o delle sopravvissute alla tratta o a violenze sessuali e torture". Federica Pacella