Una città senza case in affitto. Questo il dato balzato agli occhi dei ricercatori del Cresme, Campus Edilizia Brescia che, col Progetto Ascolto, stanno analizzando aspetti sociali ed economici della città. In autunno sarà presentato tutto il dossier, con l’elaborazione di migliaia di dati raccolti. Ma vista l’attualità del tema – sabato la manifestazione eclatante di Diritti per tutti e altri gruppi antagonisti, con la tenda piantata sotto Palazzo Loggia per due lavoratori che non trovano casa – i ricercatori confermano sin da subito la mancanza di case in affitto.
"Brescia offre lavoro ma con difficoltà offre case in affitto – spiega il rapporto del team guidato da Lorenzo Bellicini (nella foto), direttore dell’Istituto di ricerca nazionale del Settore del Costruito – peraltro applicando canoni d’affitto non ragionevoli". I numeri parlano chiaro: nel primo semestre 2023 c’erano 140 case in affitto e 1.588 in vendita, in linea con i dati del 2022 (108 in affitto) e 2021 (120). Ma nel primo semestre 2014 in locazione c’erano ben 1.072 abitazioni, 1.172 nel 2015: dieci volte l’offerta attuale.
Capitolo costi: secondo Cresme, la media degli affitti è passata da 7,2 euromq al mese del 2014 agli 8,3 del 2021 per salire ai 10,4 del 2022 e agli 11,1 del 2023. Intanto però cresce pure la pressione della domanda, per l’arrivo di molti lavoratori da fuori Brescia (il 51% dei nuovi assunti): solo considerando le entrate in Iveco, Poste e Comune si parla di almeno un migliaio di persone. "Si comprende come occorra sviluppare una politica abitativa nuova, che coinvolga imprese e Terzo settore. E che punti a creare nuovi spazi abitativi anche attraverso la trasformazione di immobili non residenziali dismessi".
Dato che non si trovano case in città, i lavoratori abitano in provincia: si stima un pendolarismo di 103mila persone che ogni giorno raggiungono Brescia, di cui 78mila in auto dalla provincia. Tra le proposte di Campus Edilizia Brescia c’è la trasformazione in metropolitana della linea ferroviaria Brescia-Desenzano.