Brescia, 11 marzo 2021 - Lo scorso autunno aveva seguito l’ex collega al lavoro e per vendicarsi di presunti screzi pregressi gli aveva sparato otto colpi di pistola, lasciandolo vivo per miracolo. E ora risponde di tentato omicidio premeditato. Si avvicina il processo per Michele Rinaldi, il 22enne operaio di Villongo (Bergamo) che il 26 settembre si era reso protagonista di un agguato da film messo in atto nel piazzale della Colombo & C. di Paratico.
Il pm Donato Greco ha chiuso le indagini e chiesto il giudizio immediato. Rinaldi, problemi psichiatrici – tanto che in sede di incidente probatorio un perito, il prof Sergio Monchieri, lo ha dichiarato incapace di intendere e di volere – riteneva di essere stato mobbizzato da Stefano Martinelli, 38 anni, di Ranzanico (Bergamo), che gli aveva fatto da tutor proprio alla Colombo durante un periodo di prova. Stando all’accusa il giovane, che poi ha cambiato azienda, per farla pagare al collega aveva studiato un piano nei dettagli. Persino per garantirsi un periodo di sopravvivenza all’addiaccio in condizioni estreme dopo la fuga. E per non farsi riconoscere, si era camuffato con occhiali da sole e passamontagna, aveva urlato minacce ("Ti ammazzo, bastardo") con accento straniero, e usato una targa d’auto posticcia scritta a pennarello.
Quella mattina aveva seguito il 38enne con la sua vecchia Lancia Y nera fin entro il piazzale. Travisato, lo ha avvicinato e aveva fatto fuoco otto volte. Solo un paio di colpi erano andati a buon fine, e ferito il malcapitato alle mani. Poi prima di andarsene gli aveva assestato il calcio della pistola in testa. Grazie alle telecamere, i carabinieri erano risaliti a stretto giro allo sparatore solitario. A casa gli avevano trovato non solo il passamontagna, gli occhiali, le due targhe in cartone, e la pistola, ma anche un zaino con orari ferroviari, mappe e cartine. Ora è in clinica.