Brescia – Dubbi fugati sulla correttezza della perizia, meno sulla possibilità di riuscire realmente a vendere lo stadio Rigamonti a poco meno di 17 milioni. In Commissione bilancio del Comune, la società che ha redatto la perizia dopo che il Brescia Calcio aveva manifestato alla Loggia l’interesse ad acquisire l’immobile, ha illustrato i criteri con cui si è arrivati ai 16,8 milioni.
Sia considerando la possibilità di ricostruire uno stadio acquisendo l’area – 5 milioni il valore dei 65mila metri quadri – sia valutando il rendimento dell’impianto tra biglietti e incassi pubblicitari, si arriva a 16 milioni.
«Dopo la manifestazione d’interesse – ricostruisce il vicesindaco Federico Manzoni – il Comune si è mosso per avere una perizia, in modo da decidere poi se mettere lo stadio nel piano delle alienazioni che approviamo ogni anno. Serviva però avere un valore di riferimento che finora non c’era".
I 16,8 milioni comunicati alla Loggia però avevano sollevato stupore – ammesso anche dal sindaco Laura Castelletti – e poi polemiche e dubbi mossi anche dal presidente del Brescia Calcio, Massimo Cellino. In Commissione è stato spiegato, punto per punto, come si è arrivati a quella cifra. "Prendiamo atto di questa perizia", ha detto Massimo Battagliola, capogruppo della Civica Rolfi Sindaco. Restano però le incognite sulla possibilità che ci siano acquirenti, se la cifra resta quella.
La perizia segna un punto fermo rispetto al quale si aprono due strade: procedere con l’alienazione, inserendo il Rigamonti nell’apposito piano, o la possibilità aperta dalla Legge Stadi, come a Udine dove l’Udinese ha un usufrutto per 99 anni dietro un corrispettivo di 4 milioni e mezzo. A questo punto tutto dipende dalle società sportive.