
Uno stile di vita sproporzionato ai redditi dichiarati e la frequentazione un po’ troppo assidua dei procedimenti penali.
Ecco i presupposti sulla base dei quali la Procura ha chiesto l’applicazione per tre anni di una misura di prevenzione patrimoniale di pubblica sicurezza nei confronti del ristoratore Massimo Sorrentino, il proprietario della pizzeria Tre Monelli di via don Vender, già finita al centro di una maxi-inchiesta dopo il rinvenimento di due pistole e di due fucili a canne mozze, e per l’amico e braccio destro Antonio Garofalo.
La misura, perorata dal pm Antonio Bassolino davanti alla sezione specializzata del tribunale – i giudici per decidere si sono presi 45 giorni – scaturisce da un monitoraggio della questura.
Vagliando la situazione reddituale e le proprietà dei due e incrociando il dato con le pendenze penali a carico (entrambi sono già stati condannati per la vicenda delle armi scoperte in pizzeria e sono tuttora al centro di un processo per un presunto giro di estorsioni, atti intimidatori in stile mafioso e spaccio) la polizia li ha inseriti nella “lista nera“ dei soggetti da tenere d’occhio in base alla normativa antimafia. La Procura ha sollecitato tre anni di sorveglianza speciale per entrambi e il sequestro finalizzato alla confisca di tutti i beni mobili e immobili trovati nella loro disponibilità. Auto, appartamenti, quadri. Beni per centinaia di migliaia di euro.
B.Ras.