Giacomo Gerosa è professore ordinario di fisica dell’atmosfera e incaricato di Ecologia alla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali della sede di Brescia dell’Università Cattolica. Queste misure anti-smog sono valide?
"Capisco chi le considera misure spot, ma gli amministratori sono tenuti per legge a intervenire altrimenti rischiano sanzioni. Ci provano anche se sono consapevoli che non sono risolutive. Tuttavia non le ritengo inutili: non saranno risolutive ma educative sì. Ci aiutano a riflettere sul problema".
La soluzione?
"Non è affatto semplice per chi amministra. Occorre certamente un piano perlomeno sovraregionale di risanamento della qualità dell’aria: bisogna controllare le emissioni dell’agricoltura. Quante aziende zootecniche abbiamo nella regione? Tante. La concimazione produce Pm10. Servono scelte importanti, a livello economico e anche geopolitico. Quanto costa il gas oggi? Finché bruciare il legno è più conveniente, in una situazione in cui le persone faticano a far quadrare i conti, diventa difficile. Se pensiamo che sia l’economia a guidare tutto, non possiamo fare un’eccezione per il risanamento della qualità dell’aria".
Incidono più i riscaldamenti o il traffico veicolare? Durante il primo lockdown...
"La fermo, ci sono studi autorevoli che hanno dimostrato che i valori del Pm10 sono scesi nel lockdown, almeno quello primario. Dobbiamo distinguere tra Pm10 primario e quello secondario, provocato dall’ammoniaca e dalle reazioni tra gas già presenti nell’atmosfera".
Luca Balzarotti