
di Federica Pacella
Un edificio del ‘900 ristrutturato e adibito a birrificio nel cuore di un’area naturale protetta: qui nascono le birre Riversa, il brand di Barrel srl, frutto del lavoro della squadra guidata dall’imprenditore bresciano Alberto Romano. "Il progetto – racconta Romano – nasce dalla volontà di far rivivere un vecchio birrificio, di cui ho acquisito la proprietà, nel cuore del Parco del Monte Netto, per produrre in modo artigianale birre ispirate agli stili che hanno fatto la storia della tradizione brassicola europea, in particolare tedesca, belga e inglese, secondo elevati standard qualitativi".
Il birrificio, circondato da 3mila metri quadrati di giardino, si trova in località Cascina Torrazza a Capriano del Colle, a poca distanza dal Bosco delle Colombaie, uno dei querceti più antichi d’Italia, nel Parco del Monte Netto, area naturale protetta. "Il birrificio – racconta Romano – è dotato di un pozzo, profondo 134 metri, da cui attingiamo l’acqua per la produzione delle birre, dopo averla sottoposta ad un processo di scomposizione e ricomposizione per ottenere l’acqua tipica dello stile che si vuol ricreare". L’elaborazione delle ricette, che vengono prodotte in loco, è affidata al Mastro Birraio Francesco Chiappi, classe 1989, bresciano laureato in Scienze e tecnologie brassicole alla Weihenstephan Brauschule di Fresing in Germania, con un curriculum che vanta esperienze lavorative in prestigiosi birrifici tra Germania, Belgio, Austria, Stati Uniti ed Italia, nonché premi internazionali. L’attività è partita nei giorni scorsi, con una produzione prevista per il primo anno di 600.000 bottiglie. Si inizia con cinque tipologie di birre: Pils, Blanche, Blonde Ale, Doppelbock e Pale Ale. Grande attenzione è posta alla genuinità del prodotto. Le birre Riversa non contengono infatti coadiuvanti né additivi quali coloranti, edulcoranti, conservanti. Inoltre sono prodotte senza ricorrere a trattamenti quali la filtrazione e non sono pastorizzate e rifermentate in bottiglia. La tecnologia aiuta a valorizzare le materie prime utilizzate: i macchinari automatizzati, sotto controllo elettronico e attraverso valvole pneumatiche, consentono di monitorare l’intero processo produttivo del mosto, compresa macinatura estemporanea in continuo del malto, temperature, pH e pressioni di esercizio. "Credo nella validità del progetto – conclude Romano – che parte ora con la produzione delle prime cinque tipologie di birre, ma che già nei prossimi mesi sarà ampliato".