BEATRICE RASPA
Cronaca

Strage di piazza della Loggia, ultima udienza coi testimoni dell’accusa: “Toffaloni un duro, uomo d’azione”

Misteriosamente scomparso come il fratello Paolo, “Tomaten“ è a processo perché ritenuto l’esecutore. Gli ex ordinovisti veneti e gli amici bresciani ne hanno confermato l’indole pericolosa anche da sedicenne

FE_BRESCIA18817-93611626

Nel tondo Marco Toffaloni, considerato esecutore materiale dell’attentato del 28 maggio 1974 che uccise otto vittime e ne ferì oltre un centinaio

Ultima udienza giovedì dedicata ai testi dell’accusa al processo a Marco Toffaloni, 67 anni, ex ordinovista veronese accusato dell’esecuzione della strage di Piazza della Loggia, a giudizio davanti al Tribunale dei minori perché il 28 maggio 1974 aveva appena 16 anni. Il presidente, Federico Allegri, l’ultima volta aveva disposto l’accompagnamento coatto dell’imputato, ormai cittadino elvetico col nome di Franco Maria Muller. Ma a oggi ancora non si hanno sue notizie.

Un uomo del mistero, Toffaloni, che non si sa dove sia e dove viva, se non che da anni pare dimori in Svizzera Curiosamente non c’è alcuna traccia nemmeno del fratello Paolo, tra i testi citati dalla Procura. Nessuno per ora sarebbe riuscito a contattarlo: vivrebbe in un luogo sperduto sugli Appennini, nemmeno giovedì è comparso in aula, così la pm Caty Bressanelli si è detta pronta a rinunciare alla sua testimonianza. Non è però della stessa idea il giudice, che si è riservato la decisione.

Approfondisci:

Strage di Piazza della Loggia, la grande accusatrice conferma: “Toffaloni e Zorzi gli esecutori”

Strage di Piazza della Loggia, la grande accusatrice conferma: “Toffaloni e Zorzi gli esecutori”

L’udienza è stata dunque dedicata all’esaurimento della lista degli ex ordinovisti veneti che conoscevano Marco Toffaloni e dei suoi amici bresciani, dei quali è stata confermata l’indole pericolosa. Tra loro c’era anche chi frequentava il giro di Silvio e Nando Ferrari. L’omonimia tra i due è casuale: il primo saltò per aria a 21 anni la sera del 19 maggio in piazza Mercato a Brescia per una bomba che trasportava sul pianale della Vespa, il secondo era il referente locale del Fronte della gioventù di Brescia. Il teste sentito giovedì, la sera della morte di Silvio era stato con i due Ferrari a una festa sul Garda. In auto, sulla via del ritorno per la città, Silvio parlava di “micce”, e solo dopo la sua morte accidentale Nando avrebbe spiegato agli altri che Silvio faceva attentati. “Per quello è saltato in aria, anche se all’epoca si disse che erano stati i compagni a organizzare tutto”.

Un altro estremista di destra, dopo la strage di Brescia spedito dal padre in collegio a Teramo per allontanarlo dagli ordinovisti, ha ribadito l’“iperattività” e l’attitudine violenta di Toffaloni, che girava con la pistola. Studente del liceo Fracastoro di Verona, incubatoio di neofascisti e dei protagonisti del sanguinario progetto “Ludwig“, seguace del filone esoterico dei Guerriglieri di Cristo Re e delle ronde pirogene antidemocratiche, non a caso era noto nell’ambiente come Tomaten, dai frequenti rossori in viso per gli accessi d’ira. Amici e conoscenti dell’epoca lo consideravano un duro, un uomo d’azione. Il 31 ottobre prenderanno la parola i primi testi della difesa.