BEATRICE RASPA
Cronaca

Strage piazza della Loggia: “Zorzi in aula, è possibile”

Brescia, l’ipotesi formulata dalla difesa dell’imputato alla Corte d’Assise. Il quadro tratteggiato dall’ex Ros Giraudo: dai militari disattenzioni consapevoli

La strage nel cuore della città che chiede ancora giustizia dopo una ferita mai sanata

La strage nel cuore della città che chiede ancora giustizia dopo una ferita mai sanata

Brescia - Trattamenti di favore, fascicoli introvabili. E a far da sfondo, la convinzione dei vertici Nato che l’estremismo di destra fosse un baluardo del sistema occidentale contro i “rossi”. È la fotografia scattata ieri in Assise al processo per Roberto Zorzi, l’ex ordinovista veronese che da anni vive negli Usa accusato di essere uno degli esecutori della strage di piazza Loggia, dal generale dei carabinieri Massimo Giraudo, già comandante del Ros, investigatore di punta sulle stragi.

La difesa dell’imputato, oggi settantenne, ha chiarito che “se sarà necessario Zorzi verrà in Italia”. Poi Giraudo ha preso la parola con un excursus storico su Ordine nuovo (ON), il movimento di Zorzi e Marco Toffaloni - coimputato davanti al tribunale dei minori: il 28 maggio ‘74 aveva 16 anni -, nato nel 1969 dal centro studi del Msi, ispirato agli ideali esoterici e antiborghesi evoliani. Sciolto per decreto nel ‘73 dopo la sentenza del giudice Occorsio, che aveva mandato a processo oltre cento imputati per ricostruzione del partito fascista - tra loro, Zorzi e Toffaloni, assolti - ON continuò a vivere sotto altre sigle. A Verona divenne centrale Anno Zero, laboratorio di neofascisti di spicco.

Gli estremisti non erano improvvisati: “Già nel processo per piazza Fontana erano stati individuati nessi con strutture atlantiche - ha detto Giraudo - Il generale Emanuele Bossi Di Palma, capo di Stato maggiore della Terza armata al confine orientale, riferì di aver saputo dal Sifar di un’organizzazione paramilitare di estrema destra sorretta dalla Nato, tipicamente americana, chiamata a intervenire con la guerriglia in caso di invasione. La sapeva alle dipendenze della Ftase (il servizio segreto militare Usa, ndr) con sede e Verona. La loro dottrina, poi trasferita agli alleati, era Stay Behind, operare nelle retrovie. Il ricorso a Ordine nuovo era la garanzia della difesa della patria”. Giraudo ha passato in rassegna le numerose “disattenzioni consapevoli“ dei carabinieri per favorirli. “Negli anni ‘70 si aprivano fascicoli per chiunque. Quello su Toffaloni, estremista attivo almeno dal 1973, fu recuperato presso i carabinieri di Parona monco, con atti solo dal 1977. Anche a Bologna il fascicolo è sparito. Idem per Zorzi”.