Temù (Brescia), 14 agosto 2021 - Mani pietose tra giovedì e venerdì hanno posato tre ceri votivi accesi in prossimità del luogo dove è stato trovato il corpo di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù scomparsa lo scorso 8 maggio e i cui resti sono stati rinvenuti da un ragazzino in gita col padre lungo la Ciclovia dell’Oglio, nel territorio di Vione, a un paio di chilometri dalla casa della donna, che si trova nel centro della località sciistica che confina con la più nota Ponte di Legno. Qualcuno invece ha appeso all’albero che per diverse settimane ha vegliato su Laura una medaglia in legno dove è stato incisa la scritta “riposa in pace“.
C’è chi ha posato un vaso di gerani, altri dei mazzi di fiori. La zona è diventata meta di una sorta di pellegrinaggio. La sua "tomba" era lì. Scavata da mani che probabilmente non conoscevano bene la zona. Lì le piene del fiume sono frequenti e i cartelli avvisano del pericolo di inondazioni dovuti a improvvise manovre idrauliche poiché l’area non è solo in prossimità dell’alveo del fiume Oglio, ma anche di uno sbarramento e di un bacino idroelettrico della Montedison, dove tra l’altro Laura Ziliani era stata cercata. Chi ha messo il corpo in quel punto non conosceva, probabilmente l’orografia del posto e il sedime, composto anche da sabbia. Forse chi ha agito lo ha fatto in fretta, forse nel panico. Di certo non ha fatto le cose "per bene" e non si è assicurato del fatto che il corpo restasse per sempre sotto terra.
Al momento gli indagati sono tre: la figlia maggiore e la figlia minore di Laura Ziliani: Paola E Silvia, di 28 e 19 anni e il fidanzato della maggiore Mirto, suo coetaneo. Quando sono stati iscritti nel registro degli indagati si è parlato di "atto dovuto". Non vi sono certezze se non quella che Laura non c’è più, che sul suo corpo non ci sono segni di violenza apparente e che nei polmoni non c’era acqua, segno che non è annegata. Come è morta allora e, se qualcuno ha colpe, chi è stato? È stata forse narcotizzata?
Chi ha sempre sostenuto la tesi dell’omicidio è il sindaco Giuseppe Pasina. I motivi potrebbero essere economici? "Ancora non mi rendo conto che la mia amica vagabonda, come la chiamavo io, non ci sia più – ha detto ieri sotto casa della ex vigilessa la vicina di casa Nicoletta - Ora aspetto l’esito delle indagini. Saranno loro ad attribuire eventuali colpe. Io non faccio ipotesi". "Quel che è certo – ha detto un’altra vicina- è che qui a Temù siamo dispiaciuti e ci sentiamo un po’ presi in giro. Tutti abbiamo creduto alla scomparsa, tutti siamo andati a cercarla. Lei invece era sepolta vicino a casa, dove nemmeno il più esperto conoscitore del posto avrebbe potuto trovarla". Solo la piena del fiume Oglio è riuscita nell’impresa impossibile per uomini, droni, GPS e unità cinofile.