REDAZIONE BRESCIA

"Io, Christo e la passerella sull’Iseo, così ho prestato la mia casa all’arte"

L’orgoglio dell’imprenditrice Gnutti Beretta: "Questa opera è di tutti"

Umberta Gnutti Beretta

Brescia, 2 luglio 2016 - L'unico privilegio che si è concessa, racconta, «è stato di godermi la passerella per un giorno intero tutta per me, alla vigilia dell’apertura al pubblico». E ora che The Floating Piers sta per essere smontata per sempre, la sua speranza «è che l’ultimo tratto di passerella ad essere rimosso sia quello di San Paolo, per potermi godere quest’opera straordinaria fino all’ultimo». Umberta Gnutti Beretta, imprenditrice con la passione per l’arte, conta le ore che ancora restano per ammirare e vivere l’installazione galleggiante realizzata da Christo sul lago d’Iseo. Una creazione che è subito diventata l’imperdibile meta di più di un milione di turisti, oltre che uno dei dieci eventi più importanti al mondo del 2016. «Peccato - sospira Umberta Gnutti - che un capolavoro così sia nato per essere un’esperienza irripetibile».

Davvero non ha provato a convincere Christo a prorogarne la durata?

«Certo, ci ho provato eccome. Ma lui è irremovibile. D’altronde la passerella, realizzata con una speciale stoffa, si sta usurando».

Si aspettava un successo di queste dimensioni?

«No. Intuivo che fosse un’iniziativa importante e bella. Ma ho deciso di ospitarla davanti alla mia isola per istinto, da appassionata d’arte. Questo voler essere a tutti i costi sulla passerella, sentimento comune a centinaia di migliaia di persone, non l’avevo previsto. Pensavo a un parterre da Biennale. Invece questa è l’opera di tutti. Così come è stata concepita».

Ha cambiato la sua vita?

«Me l’ha cambiata in tutto. Anche perché io, se c’è da ballare, ballo. Mi riempie d’orgoglio rendere casa mia parte integrante di un’esperienza unica al mondo. Per questo mi piace ospitare persone che grazie a quest’occasione possono scoprire il lago e la sua bellezza».

Chi ha ospitato?

«Saturnino, Carlo Cracco, Gepi Cucciari, che sono miei amici. Poi Willem Dafoe, Paul Smith e Tom Dixon, oltre che tantissimi imprenditori da tutto il mondo».

È vero che Cristo voleva acquistare la sua isola?

«Acquistarla no. Voleva poterla utilizzare, per incastonarla dentro l’opera. E noi gliel’abbiamo prestata volentieri. Tutto è stato realizzato secondo i suoi desideri».

Come è avvenuto il contatto?

«Il professor Germano Celant ci ha chiamato dicendo che Christo voleva incontrarci. Ci siamo visti per una cena, dove lui ha vagliato la nostra disponibilità a collaborare. Aveva già ispezionato altri laghi, ma voleva questo».

Perché?

«Per la presenza di Monte Isola, che è un’isola abitata tutto l’anno, e per l’altezza delle cime delle montagne».

La critica che l’ha turbata di più?

«Mi disturbano solo le critiche che nascono da presupposti infondati».

Cosa succederà quando la passerella sarà smontata?

«Intanto, che sarò molto triste. Sono malinconica già ora che scandisco il countdown. Per smontare tutto si lavorerà fino a novembre. Nel frattempo spero che si trovi il modo di riflettere di come far continuare a vivere questa zona stupenda. Per esempio iniziando a organizzare mostre».

E a lei cosa resterà? Magari un blocco della passerella?

«Mi resteranno l’amicizia con Christo, che non è poco, e tanti magnifici ricordi».