Brescia, 26 ottobre 2018 - L'idea, molto concreta, c’era già un anno fa. Ora ci sono anche le carte firmate. C’è un nuovo passo in direzione del futuro tram, i cui cantieri se il cronoprogramma sarà rispettato inizieranno nel 2020. Ieri il cda di Brescia Mobilità ha approvato il progetto di fattibilità dell’infrastruttura che potrebbe debuttare «chiavi in mano» nel 2023. Per mesi gruppi di lavoro hanno lavorato a profili tecnici ed economici dell’opera prevista dal Pums, il Piano integrato della mobilità sostenibile varato dalla Loggia e orientato al potenziamento del trasporto su ferro.
Due le linee progettate, grosso modo sul percorso delle vecchie Lam, e che dovrebbero rispondere alla domanda di traffico nelle aree non coperte dalla metropolitana: la T2, che collega l’Oltremella alla Fiera passando per via Volturno, San Faustino, via Corsica e via Orzinuovi, e la T3, da via Vallecamonica fino a viale Bornata. Per realizzare il tram Brescia Mobilità ha siglato un accordo con Ferrovie dello Stato. La strada prescelta, così come già avvenuto per le ultime linee del metrò di Milano, è il project financing. Il progetto di fattibilità ora dovrà ricevere il semaforo verde dal Comune ed entro la fine dell’anno sarà sottoposto al Cipe. Quindi Brescia busserà al Ministero delle Infrastrutture con l’obiettivo di accaparrarsi un finanziamento a fondo perduto che copra il 49% del costo dell’opera. «La risposta da Roma non arriverà prima di metà 2019» calcola il presidente di Brescia Mobilità Carlo Scarpa. E il resto delle risorse? «Chiederemo in Regione. Poi ci sarà un mutuo che sarà acceso dall’ente contraente vincitore del bando di gara».