MILLA PRANDELLI
Cronaca

Tremosine, volo fatale dalla falesia prediletta dai base jumper: “Lanci proibiti ma la recinzione viene violata”

Il sindaco Battista Girardi ha emesso un’ordinanza ad hoc ma il richiamo delle rocce a picco sul Garda è troppo forte. Anche per l’effetto emulazione alimentato dai social

A Tremosine la falesia è a picco per 300 metri sul lago

A Tremosine la falesia è a picco per 300 metri sul lago

Tremosine (Brescia) - Sport estremi, troppi incidenti. Ma mettere un freno è più facile a dirsi che a farsi. Lo sa bene il sindaco di Tremosine Battista Girardi: la sua ordinanza numero 28 risale all’11 giugno 2019 e vieta a chiunque di lanciarsi dalle falesie che svettano sopra la frazione di Campione del Garda, l’unica in riva al lago del paesino. Ma viene regolarmente disattesa.

Le rocce da cui si gode una vista unica sul Benaco e sul Monte Baldo, nonostante i divieti, due settimane fa sono state teatro dell’infortunio che è costato la vita a Matteo Rodolfo Maranca, 32 anni, noto sui social come Matè Charro. Il base jumper non saltò con la tuta alare, protagonista di tanti incidenti quest’anno in Lombardia, ma si è schiantato contro le rocce mentre era in parapendio. “Il dolore che proviamo per questa tragedia è immenso – confessa Girardi – non so descrivere il momento in cui i genitori del giovane sono venuti in Comune. Erano straziati. È una disgrazia a cui non avremmo voluto assistere. Nel dolore, la speranza è che questa immane tragedia serva da memento ad altri sportivi perché non ripetano il gesto di Matteo Rodolfo, che da lì non avrebbe dovuto né potuto saltare”.

L’ordinanza, in teoria, non dovrebbe neanche servire, perché la legge prevede che i base jumper non possano lanciarsi sui centri abitati. “Ho voluto emetterla perché i salti sono sempre stati frequenti e già in passato un atleta si era ferito rimanendo appeso alle reti paramassi – spiega il sindaco –. Ci vollero otto ore per recuperarlo, fortunatamente vivo. Stavolta non è andata così”. A Tremosine da anni una recinzione cerca di impedire di avvicinarsi alla zona di salto, oltre 300 metri a picco sulle acque e sulla frazione. “Quando sono stato a fare un sopralluogo – rimarca Girardi – non ho potuto non ammirare la bellezza del panorama. Invoglia a provare l’ebbrezza dell’impresa sportiva, ma il pericolo è troppo. Per questo abbiamo allestito una recinzione metallica, che viene sistematicamente tagliata. Anche quando il base jumper piemontese è morto qualcuno, forse prima di lui, ha realizzato una sorta di porticina. A nulla sono serviti i cartelli che abbiamo messo. Ora ne allestiremo altri, anche lungo la strada di accesso, nella speranza che i divieti siano rispettati. Purtroppo essendo il posto lontano dalle altre frazioni non è possibile mettere un sistema di videosorveglianza. Incrementeremo comunque i controlli”.

I social non aiutano. “I base jumpers amano filmarsi mentre saltano e atterrano a Campione del Garda, tra l’altro su proprietà privata del locale centro velico, che è estraneo ai fatti e che viene messo a rischio dall’arrivo dei paracaduti. I social sono deleteri da questo punto di vista” conclude il sindaco. Intanto su Facebook, Instagram e altri network le immagini dei vari voli dalle falesie imperversano. Alcune pagine web hanno decine di milioni di follower. Che forse non sanno che da quella falesia incantevole Matteo Rodolfo Maranca ha spiccato il suo ultimo volo.