
A Chiari si discute sull’opportunità di costruire o meno il nuovo forno crematorio, che diverrebbe il secondo della Provincia di Brescia. ad autorizzarne la costruzione, nel 2021, ad aprile, è stata la Regione Lombardia, che ha anche disposto il potenziamento di altre sette strutture sul suolo regionale tra cui quella di Brescia. Le altre si trovano a Albosaggia in Valtellina, a Mantova, Como, Pavia, Bergamo e Varese. Le richieste di cremazione, lo scorso anno, sono tate quasi 20mila. Negli scorsi mesi sono decadute le intenzioni di realizzare altri forni a Verolanuova e Palazzolo sull’Oglio. Non tutti, però, a Chiari sono d’accordo con questa scelta. "Il 19 gennaio 2022 l’amministrazione comunale di Chiari ha presentato ai consiglieri comunali una relazione tecnica per approfondire le principali tematiche collegate all’eventuale realizzazione di un forno crematorio. Per noi, cittadini riuniti nel comitato "No al Forno Crematorio a Chiari, questo evento non ha fatto che rafforzare le ragioni della nostra costante contrarietà - dice una nota stampa del comitato contrario alla realizzazione della struttura - il forno avrà comunque un impatto, senza però voler stimare l’effetto cumulativo che questo avrà sommandosi con altre importanti criticità ambientali e sanitarie. Si pensi solamente alla "mal’aria" in cui siamo immersi e la cui pericolosità non è certo nota da ieri: durante la presentazione del progetto, i satelliti del progetto Ue Copernicus certificavano la qualità dell’aria a Chiari come "molto inquinata". Per i membri del comitato il progetto non rispetterebbe le prescrizioni dell’Arpa e inoltre non servirebbe perché quello di Brescia è sufficiente a soddisfare le esigenze della provincia di Brescia. Per questo richiedono un referendum popolare.
Milla Prandelli