Un questionario per “fotografare“ il fenomeno mafioso in città. Lo propone il Comune di Brescia, seconda città dopo Milano, in Lombardia, per numero di beni confiscati alle mafie. Un dato particolarmente pesante che dimostra come la mafia sia riuscita a insinuarsi nel mondo economico e sociale anche bresciano, mutando nel tempo la sua metodologia criminale. Muovendosi nell’ombra e gestendo affari, usura, prostituzione e traffico di stupefacenti, la criminalità organizzata è riuscita a infiltrarsi nelle attività imprenditoriali, finanziarie e produttive dell’area bresciana, portando potere e denaro illeciti. Oltre al contrasto e repressione da parte delle Forze dell’Ordine, è fondamentale mettere in campo tutti gli strumenti utili a fronteggiare l’avanzata della criminalità organizzata. Da qui la scelta dell’amministrazione di finanziare e sostenere il progetto di assistenza e aiuto alle vittime di mafia del nostro territorio, considerando centrale il ruolo del Nab – Network antimafia bresciano come uno degli strumenti efficaci a tale contrasto. Tra gli strumenti, c’è l’analisi proposta attraverso un questionario, totalmente anonimo, per conoscere il fenomeno mafioso nel contesto bresciano per poter realizzare interventi e progetti più efficaci di antimafia sociale. L’analisi dei dati sarà illustrata nel corso di un convegno pubblico, in programma il prossimo 17 dicembre al Mo.Ca. Domani, invece, alle 19,30, si terrà il secondo incontro online, promosso dal Network, su “Dire No alla Mafia: l’esperienza di un imprenditore“, con la partecipazione di Tiberio Bentivoglio, imprenditore calabrese vittima della ‘ndrangheta: si può seguire l’incontro sulla pagina Facebook di Associazione italiana vittimologia.
CronacaUn questionario per dire "no" alla mafia