di Milla Prandelli
Quarantadue ore in viaggio con solo poche soste per mangiare e sgranchirsi, tanto amore per il prossimo e un pizzico di coraggio. Questi sono gli ingredienti della missione "Una Cariolata di Bene" con cui alcuni membri del Gruppo An, della protezione civile, della Parrocchia di Marone e della Fondazione 3d Onlus di Sarezzo, si sono recati in Ucraina, carichi di ben 2mila280 chili di generi alimentari. Il percorso è durato ben 3mila 60 chilometri, contando l’andata e il ritorno ed è stato effettuato con due furgoni forniti dall’azienda Soceb srl e da un’altra della zona e con il pulmino della Comunità Montana del Sebino Bresciano. "Siamo partiti in nove – spiega Alberto Giudici Capogruppo dell’Ana di Marone, con sede a Pregasso: un gruppo molto unito e sempre pronto ad aiutare il prossimo – dopo un lungo lavoro di raccolta coordinato dal nostro parroco don Emanuele Maiolini e il supporto della signora Elena della Fondazione 3d, che è stata un vero e proprio angelo custode che ci ha poi messo in contatto con il nostro referente in Ucraina, padre Yosif Nutskovskyy". Ad entrare in Ucraina sono stati quattro volontari, mentre gli altri hanno atteso in frontiera. "Siamo partiti il 27 maggio -spiega Alberto Giudici – e siamo passati da Brescia, Vienna, Brno e Ostrava nella Repubblica Ceca e Krakovia in Polonia. Il nostro ingresso in Ucraina è stato effettuato a Medyka: 18 ore dopo la partenza. L’emozione è stata di quelle irripetibili, perché addentrarsi in territorio di guerra ci ha toccato profondamente, facendoci ricordare Nikolajevka e la ritirata di Russia, che uniscono noi Bresciani ai popoli di quelle terre martoriate. Una volta in Ucraina abbiamo incontrato Padre Yosif con cui siamo andati all’asilo di Mostyska, gestito da suore, dove abbiamo lasciato parte del materiale.
Il resto è andato alla parrocchia del sacerdote nostro amico a Bibrka nel distretto di Leopoli a 100 chilometri dal confine". Dalla frontiera in poi il panorama è sempre stato lo stesso. "Abbiamo visto migliaia di camion in colonna- dice Giudici - militari, posti di blocco. La guerra, però è sembrata lontana perché non abbiamo registrato episodi particolari". La missione si è svolta nel tradizionale stile "alpino", con viveri per il viaggio e senza la necessità di fermarsi a dormire. L’unico scopo dei volontari è stato quello di consegnare il cibo non deperibile donato dai maronesi durante le raccolte effettuate dalla Parrocchia.