MILLA PRANDELLI
Cronaca

Val Palot scrigno botanico. Un tesoro nei boschi: 300 essenze spontanee

Censite e studiate da Marco Biolo che ne svela i segreti ai visitatori. Dalle piante medicinali e commestibili alle velenose maggiociondolo e cicuta. .

Val Palot scrigno botanico. Un tesoro nei boschi: 300 essenze spontanee

Marco Biolo mostra una foglia. di alchemilla

La Val Palot è uno scrigno di tesori naturali grazie alla presenza di oltre 300 specie di erbe, fiori e piante selvatiche. Parola di Marco Biolo, studioso di botanica che qualche anno fa ha fatto della più piccola delle località sciistiche del Bresciano, abbarbicata sui monti di Pisogne a 1000 metri di altezza, la sua seconda casa. Qui, Biolo non solo studia ciò che la natura offre, ma conduce gratuitamente visite guidate ed escursioni botaniche mirate a far conoscere un mondo tanto meraviglioso e vicino, quanto sconosciuto.

"È proprio così – spiega Biolo – la natura è fantastica. Pensiamo solo solo agli alberi che nel corso del tempo hanno saputo adattarsi e continuare a vivere in modo intelligente. Sono un vero e proprio tesoro. E la Val Palot lo conserva per noi". Marco Biolo con le parole incanta. La sua passione ultradecennale lo ha portato a essere uno dei massimi esperti in Italia, in grado di riconoscere centinaia di specie diverse di esemplari della flora selvatica: dagli alberi passando per le erbe. Marco conserva il sapere del passato e delle genti che nei e dei boschi vivevano, Ad esempio illustra le specie commestibili, che in particolare a primavera e in estate, ma non solo, possono diventare una sana alternativa ai tradizionali frutta e verdura, non solamente in quota, ma anche in pianura, ovviamente con specie diverse ma sempre interessanti e ottime a patto di conoscerle senza sottoporsi a rischi.

"In Val Palot per esempio – spiega – oltre al tarassaco amaro e depurativo e alla piantaggine dal retrogusto che ci ricorda i funghi con proprietà antinfiammatorie dell’apparato respiratori, antibatteriche, antitussive che si può usare per zuppe e risotti, c’è l’erba del buon Enrico con cui si fanno gustosi gnocchetti, la girardina silvestre, il cumino, la carota selvatica. Ma si trovano anche piante rare come la pastinaca, la galega officinali, l’imperatoria, la rucola selvatica e il giglio di San Giovanni".

Ampio spazio trovano le piante che regalano principi curativi alla farmacopea. Ad esempio si trovano l’iperico, l’arnica montana, il salicone, la filipendula, l’equiseto, la salicaria il biancospino e l’achillea. Non mancano le piante venefiche come la cicuta, la belladonna, la digitale e il maggiociondolo. I segreti sono tanti, anche se Biolo svela il principale, divenuto il suo motto: "Essere al verde è un valore"