
Vanessa Ferrari
Milano, 9 febbraio 2025 – La cosa di cui va più fiera Vanessa Ferrari è quella di non avere rimpianti. Ha dato più dell’anima per la ginnastica artistica: oltre il dolore, gli infortuni e i quarti posti. Non si è mai risparmiata in nome di una passione diventata lavoro. Dopo anni spesi con la polvere di magnesio tra le mani – campionessa del mondo nel 2006, oro europeo nel 2007 e argento al corpo libero ai Giochi olimpici di Tokyo 2020, tre citazioni di un palmares ricchissimo – ora, a 34 anni, ha iniziato ad allenare le atlete dell’Esercito, corpo sportivo militare con cui è tesserata.
“Per chi ha basato la vita sulla carriera da atleta il ritiro può essere spaventoso. Io ho iniziato a fare ginnastica a 6 anni e sono passata presto al doppio allenamento, con la scuola di sera. Chiudere non è stato facile, ma ogni cosa ha una fine – o meglio, ogni percorso ce l’ha – e a un certo punto si prendono strade diverse. Ho avuto tempo di maturare la decisione e di metabolizzarla: all’inizio della preparazione per Parigi, che poteva essere la mia quinta Olimpiade, avevo deciso che quei Giochi sarebbero stati comunque il mio passo d’addio”.

Primo e ultimo ricordo in palestra?
“Ne è passato di tempo. Forse è quando arrivai alla Brixia per il provino. Ero motivata ed Enrico (Casella, ndr) capì che, nonostante il mio livello tecnico non fosse buono, avevo voglia di fare e si poteva lavorare. L’ultimo non è un ricordo, è il percorso: dopo Tokyo è stato difficile trovare la motivazione e riprovarci per un altro ciclo olimpico. Con convinzione sono arrivata a un passo dall’obiettivo. L’infortunio (Ferrari ha dovuto rinunciare all’Olimpiade, ndr) mi ha tolto questa soddisfazione ma non la consapevolezza di aver lottato fino alla fine. Non ho nessun rimpianto”.

La vittoria più bella e la delusione più grande?
“I successi più belli sono due: la vittoria del Mondiale 2006 e la medaglia olimpica del 2021. Stessa persona ma due ginnaste diverse. La prima era una ragazzina di 15 anni spensierata e sconosciuta. Al mio esordio sono salita sul tetto del mondo. A Tokyo una donna di quasi 31 anni, consapevole e con esperienza, che dopo tre edizioni olimpiche e due quarti posti è riuscita a vincere l’unica medaglia che le mancava. La delusione più grande è difficile da scegliere. I quarti posti hanno fatto molto male, come gli infortuni. È un insieme di cose che ha reso unica la mia storia: ogni volta ho trovato la forza di riprendermi e a volte di migliorarmi”.
Cosa le ha insegnato la ginnastica?
“Probabilmente sono “fatta“ di ginnastica, sono entrata in palestra bambina e sono uscita donna. Ogni aspetto di me è stato formato dalla ginnastica. Precisione, puntualità, dedizione e disciplina derivano da questo”.
Qual è il suo rapporto con il dolore?
“Il mio “tallone d’Achille” sono sempre stati proprio i tendini. Fin dai primi anni ho sentito dolore e poi ho subito sei operazioni a entrambi i tendini. Un po’ per la predisposizione e un po’ per i carichi a cui la ginnastica li sottoponeva. Ho convissuto col dolore per anni. La prima operazione è del 2009, la sesta nel 2021. Sono in debito con il mio corpo. Nella quotidianità non ho problemi ma se provo a saltare o sforzo i tendini sento ancora male”.
Ha fatto da apripista al movimento, ne è consapevole?
“Posso dire di sì e i passi avanti sono evidenti, sia in termini di strutture, costruite dopo la vittoria del mondiale, sia per il movimento. Sono orgogliosa che ci siano ginnaste che si ispirino a me e che il mio percorso abbia fatto sì che partano da una base già avviata”.

I risultati di Parigi lo dimostrano…
“Quasi tutte sono cresciute in palestra con me, avendo come riferimento la mia carriera e il mio metodo di allenamento: è inevitabile che questo le abbia spinte a lavorare al meglio. Sono felice che chi era a Parigi ha dimostrato di meritare il posto”.
E ora? Allena per l’Esercito…
“Non abbandonerò mai il mio sport. Oltre ai progetti avviati da tempo, come i camp estivi, ce ne sono altri, sempre per lo sviluppo della ginnastica, a cui voglio dedicarmi. Credo di avere un bagaglio tecnico unico, sono stata una ginnasta d’élite per cinque cicli olimpici. Ho vissuto il bello e il brutto della ginnastica dagli anni ’90 a quella di oggi. Il meglio di ciò che ho imparato vorrei trasmetterlo”.
Le piacerebbe fare qualcosa fuori dallo sport? Sono arrivate proposte dai reality show?
“Sono sempre stata coerente con quello che sono. Mi piace parlare di ciò che ho vissuto e avere la possibilità di ispirare più persone: la tv potrebbe essere un canale, certo. Ma non sono i reality a ispirare grandi cose. Ho ricevuto proposte sia di recente sia in passato, ma non ho mai trovato format in linea con la donna che sono e rispettosi della mia vita privata. Aspetto idee serie, progetti che possono aiutare a diffondere messaggi importanti”.