FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, isolata variante nigeriana del Covid

Già avviato lo studio per capire se la mutazione resiste al vaccino. Accertato invece che la variante inglese può essere sconfitta

Personale al lavoro in ospedale

Brescia -  Isolato per la prima volta in Italia, a Brescia, il virus portatore delle mutazioni della variante nigeriana: al via lo studio per capire se è resistente al vaccino. La scoperta è stata annunciata da Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’Università degli studi di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia di Asst Spedali Civili. Già individuata a Napoli a febbraio, a Brescia la variante nigeriana di Sars-CoV-2 (il mutante B1.525) è stata intercettata casualmente, nel corso dell’analisi di campioni biologici prelevati da una serie di pazienti.

Ats Brescia ha già ricostruito e messo in isolamento la catena dei contatti del paziente positivo, di origine africana. Dal punto di vista scientifico, l’aver isolato per la prima volta il virus portatore della mutazione consentirà di valutare l’aggressività e la resistenza agli anticorpi indotti dalla vaccinazione. Avendo tanti punti di mutazione sulla proteina Spike, infatti, il mutante desta particolare preoccupazione per la sua eventuale resistenza ai vaccini in uso. "La sorveglianza virologica , ovvero isolare il virus e caratterizzarlo, è quello che dovremmo fare - spiega Caruso - ogni volta che spunta una variante. Fino a che parliamo di varianti di coronavirus e non sappiamo cosa significhino, il discorso resta molto vago".

Proprio su questo punto, arriva una buona notizia dal test effettuato a Brescia sulla variante inglese, esposta al siero di persone protette con vaccino Pfizer/BioNTech: "Non solo la variante inglese di Sars-CoV-2 non è resistente ai vaccini – ha anticipato Caruso all’Adnkronos Salute - ma gli anticorpi neutralizzanti sviluppati dai vaccinati sembrano funzionare addirittura meglio sul mutante britannico che sul coronavirus originario di Wuhan. Sottoporremo questi risultati per la pubblicazione su una rivista scientifica". L’appello, dunque, è a vaccinarsi, anche perché la variante inglese è destinata a diventare dominante: nel Bresciano la prevalenza è ormai oltre l’80% dei casi di contagio.

"Il dato non è omogeneo né in Lombardia, né in Italia, ma sappiamo che in meno di due mesi questo mutante si è diffuso in modo così preoccupante". il professor Aernaldo Caruso è scettico, invece, sulla possibilità di somministrare solo una dose del vaccino Pfizer (o ritardare la seconda oltre i tempi indicati), per accelerare i tempi di vaccinazione. "La singola dose è un escamotage che però è adottabile soltanto se siamo a cortissimo di dosi – evidenzia – Per quanto possibile, lo schema vaccinale deve essere seguito nella sua interezza. Altrimenti andremmo contro ogni prassi che abbiamo osservato finora, arrogandoci il diritto di adottare una strategia che non sappiamo se avrà risultati o meno".