MILLA PRANDELLI
Cronaca

Brescia, vessilli fascisti nell’albergo: "Toglieteli"

Il sindaco Pasina nella bufera per l’esposizione. Lui si difende: "Già eliminato tutto, ma è solo storia"

Una delle bottiglie sotto accusa

Temù (Brescia), 22 luglio 2020 - Il sindaco di Temù, Giuseppe Pasina, nel suo albergo aveva vessilli di epoca fascista, tra cui un busto dedicato a Benito Mussolini, scritte e bottiglie con etichette dal sapore nostalgico. L’Anpi Val Camonica e Valsaviore denuncia la situazione. "Auspichiamo che i titolari dell’Albergo Avio rimuovano spontaneamente la tronfia e macabra esposizione e che il sindaco di Temù, in quanto ufficiale di Governo - dicono dall’Associazione nazionale partigiani - adotti i provvedimenti opportuni a far cessare l’apologia di fascismo".

La risposta del sindaco non si è fatta attendere. "Forse i signori dell’Anpi non si sono accorti che tutti gli oggetti che ricordavano il periodo storico in oggetto sono stati tolti vari giorni fa - ha detto Pasina -: dopo l’apertura post Covid abbiamo voluto dare una rinfrescata alle atmosfere del nostro albergo, rendendole al passo coi tempi. Non servivano i loro suggerimenti". "Stupisce e inquieta che un esercizio pubblico e un sindaco dell’Alta Val Camonica, terra di Resistenza e sacrificio - rimarca l’Anpi - non esitino a proporre come modelli agli avventori, ai turisti e ai concittadini, personaggi e vicende della storia italiana che hanno significato oppressione, lutti e distruzioni".

Ribatte il sindaco: "Il mio interesse per la storia non significa che io abbia simpatie politiche o che stia facendo apologia di una qualsiasi ideologia; sono figlio di un antifascista e mio padre salvò il partigiano Primo Ballardini, nascondendolo nel nostro fienile, non solo dall’arresto, ma probabilmente dalla morte, dato che un suo congiunto venne ucciso. Ricordare fatti storici non significa celebrarli o osannarli. Ho un profondo rispetto per quanto accaduto nel passato e certamente non mi ritengo un fanatico. Essere appassionato di storia non è certamente un male. Bisogna conoscere. Non dimentico i racconti di mio padre e di quando mi disse che la nostra casa venne bruciata. Noi non proponiamo alcun modello. Ad ogni modo il problema non si pone più e non capisco tutta questa voglia di rivolgersi ai giornali dato che nelle sale dell’albergo Avio non c’è più nulla".

Il sindaco invita tutti ad accettare le idee altrui. "Ognuno, per me, può pensarla come vuole. Che uno abbia una bandiera rossa oppure nera, in questo preciso tempo storico, per me non conta. Quello che conta è che sia una brava persona". A sostenere le idee del primo cittadino, eletto con il 53,3 % dei voti nel 2019, è il fratello Ugo: "A casa mia vorrei essere libero di fare quel che voglio, la passione per la storia non credo sia un difetto".