
Un reparto di cardiologia
Brescia, 16 giugno 2018 - Ha chiesto di poter accedere all’istituto della messa alla prova Ermanna Chiari, il medico 62enne responsabile del laboratorio di ecocardiografia degli Spedali civili di Brescia, sospesa per due mesi dal servizio (la misura è terminata) alla fine dello scorso gennaio dal gip Luca Tringali con l’accusa di abuso d’ufficio.
Secondo la ricostruzione della Procura, Ermanna Chiari avrebbe eseguito centinaia di esami cardiografici - 800 gli episodi scoperti molti dei quali però prescritti - ad amici e conoscenti (tra questi anche un politico e un magistrato) - senza fare pagare loro il ticket e facendogli saltare la lista d’attesa. Quarantatré gli episodi che lo sono stati contestati nell’udienza preliminare iniziata ieri mattina. Le indagini avrebbero appurato un danno alle casse della Sanità pubblica di circa 3mila euro (il ticket per gli esami andava dai 60 ai 90 euro), denaro che la dottoressa Chiari è pronta a versare come risarcimento alleggerendo così la propria posizione.
Con lei a processo è finito anche un collega, Antonio Curnis, anche del lui del reparto di Cardiologia. L’accusa nei suoi confronti era di intralcio alla giustizia perché dopo avere «prestato« la propria apparecchiatura alla dottoressa Chiari per farle eseguire i suoi “eco-favori” avrebbe fatto cancellare le memorie con i dati dei pazienti. Per lui il pm Ambrogio Cassiani ha però chiesto il non luogo a procedere perché la pulizia della memoria sarebbe avvenuta per garantire la privacy dei pazienti quando la macchina era stata portata da un tecnico per alcuni lavori di manutenzione. L’udienza è stata rinviata al 14 dicembre per la decisione del giudice.