FEDERICA PACELLA
Cultura e Spettacoli

Un parco di sculture rende omaggio a Bruno Romeda. Nell’area del Castello una rassegna dedicata allo “scultore del vuoto”

“Bruno Romeda. Le geometrie della materia” è il nome dell’esposizione. L’installazione permanente suggellerà l’iniziativa di Fondazione Brescia Musei

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Bruno Romeda ha lasciato in eredità a Fondazione Brescia Musei un patrimonio con alcune centinaia di opere

Brescia – Correva l’anno 2017 quando, all’ospedale di Grasse, nel sud della Francia, Bruno Romeda si spegneva all’età di 87 anni, lasciando in eredità a Fondazione Brescia Musei un patrimonio materiale e immateriale con alcune centinaia di opere. Insieme ad esse, l’onere e l’onore di promuovere, grazie a un fondo dedicato (il Fondo Romeda) iniziative specificatamente legate all’arte e agli artisti contemporanei. Ha quindi il sapore di una chiusura ciclica, come quel cerchio che fu tra le forme predilette dall’artista quand’era in vita, la mostra capsule “Bruno Romeda. Le geometrie della materia” promossa da Fondazione Brescia Musei col Comune di Sale Marasino, nelle sale della Biblioteca civica.

Con la curatela ed il coordinamento scientifico di Elena Di Raddo ed Elena Scuri, fino al 31 maggio 2025 il progetto espositivo propone una selezione inedita di 21 opere realizzate tra gli anni ’80 ed il 2016, oggi stabilmente integrate alle Collezioni Civiche bresciane, attraverso le quali è possibile cogliere in nuce, per la prima volta in Italia, i caposaldi della ricerca condotta in oltre cinquant’anni da uno degli esponenti più rappresentativi della scultura internazionale e che valsero a quest’ultimo l’epiteto di “scultore del vuoto”.

Tra questi, la codifica di un vocabolario visivo che ebbe nella geometria il proprio nucleo fondante, l’indagine mai sopita sulla relazione tra opera e spazio (inteso nella duplice accezione di paesaggio) circostante o di assenza. ed il cambiamento di prospettiva che portò progressivamente a privare le opere di materia, investendo quella rimasta della funzione di perimetro, specchio mancante, portale in grado di definire e incorniciare lo spazio.

Ma la mostra è anche e soprattutto la prima tappa di un lungo percorso di conoscenza e valorizzazione della produzione dell’artista, che la Fondazione presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov ha avviato. Si è partiti con la mostra nel paese natale di Romeda, ma l’approdo sarà Brescia, dove è prevista l’installazione di un Parco di sculture permanente en plein air nell’area del Castello, imperituro omaggio alla vita, all’arte e alla generosità dell’arista. Nel mezzo, la pubblicazione del catalogo generale dell’opera dell’artista, dopo un lavoro durate cinque anni per studiare, catalogare, restaurare e digitalizzare l’archivio.