Brescia – Folgorato da Punto Radio sulla strada del tuono. Se è stata “Jungleland” di Bruce Springsteen ad instillare nel quindicenne Ligabue l’idea di essere pure lui un ragazzo nato per correre, il cammino imboccato quasi cinquant’anni fa inseguendo il mito del Boss lo porta domani al Teatro Grande di Brescia, prima tappa lombarda del tour sui palchi della prosa e della lirica varato giusto un mese fa all’Asioli della sua Correggio. Un cammino che lo vede in scena pure al Teatro Sociale di Mantova il 4 novembre, al Ponchielli di Cremona il 6, al Sociale di Como il 18. Gran finale il 27 novembre al Teatro degli Arcimboldi, anche se non è escluso che a Milano non si possa materializzare prima altrove.
Nonostante la cornice intima – ma in estate avrà modo di rifarsi celebrando alla Rcf Arena di Reggio Emilia il 21 giugno, giorno della Festa internazionale della Musica e del solstizio d’estate, il ventennale di Campovolo – la formula di Luciano è sempre quella del “cantautore con la band”, ovvero due chitarre, tastiere, basso e batteria, affidate rispettivamente a lui, Federico Poggipollini, Luciano Luisi, Davide Pezzin e il figlio Lenny Ligabue, 26 anni.
“Lenny è come se suonasse con me da una vita” spiega il padre con malcelato orgoglio. “Ha un controllo sulle dinamiche che non immaginavo così preciso. La batteria, infatti, è uno strumento che, se non lo riesci a gestire, manda a scatafascio il suono”. Lo show, invece, una sua quadratura ce l’ha. “Con mio figlio in estate siamo stati a Nashville, la culla della musica americana, una città dove il rap non entra e i locali fanno musica 24 ore su 24” racconta il sopravvissuto e sopravvivente. “Mi piacerebbe tornarci a suonare honky-tonk, ma dovrei prima trovare una cover band perché, se m’azzardassi a suonare il mio repertorio, verrei cacciato”.
Questi trentuno concerti nei teatri, ogni sera con una scaletta diversa grazie alla quarantacinquina di brani pronti fra cui scegliere ogni sera i 21 dello show, echeggiano quelli messi in strada nel 2022-23 col tour Giro d’Italia e portano il totale dell’esperienza live del Liga attorno ai 900 concerti in trentacinque anni, facendo di lui un globetrotter con la chitarra a tracolla.