FEDERICA PACELLA
Cultura e Spettacoli

La producer internazionale Marta Salogni: “Io, Björk e il lago d’Iseo. Aprirò un mio studio qui”

La 35enne di Capriolo è sound engineer, producer e mixer di fama mondiale: spazio ai giovani talenti per evitare fughe di cervelli

Marta Salogni, 35 anni, sound engineer e producer bresciana, ha collaborato con Björk, Depeche Mode, Frank Ocean, David Byrne, Goldfrapp e Subsonica

Marta Salogni, 35 anni, sound engineer e producer bresciana, ha collaborato con Björk, Depeche Mode, Frank Ocean, David Byrne, Goldfrapp e Subsonica

Brescia – “Avevo 15 anni, iniziai da fonica di palco. Quel mondo mi affascinava, mi chiamava”. Nel 2017, Salogni, la svolta: la telefonata del manager di Björk che le affida il mixaggio di due canzoni.  “Björk è stata la prima artista internazionale a credere in me. Non era affatto scontato. Ha visto il talento e ha creduto in una ragazza”. La stessa ragazza che anni fa inviò un messaggio in bottiglia a sé stessa, quando aveva appena fatto i primi passi nel mondo della musica: “Ho ritrovato l’appunto qualche giorno fa, un promemoria scritto accanto all’intervista pubblicata da una rivista: un giorno, scrissi, avrò una pagina così tutta per me”.

Marta Salogni, 35 anni, bresciana di Capriolo, da allora ne ha fatta molta di strada. Oggi è sound engineer, producer e mixer di fama mondiale. Nel suo curriculum collaborazioni eccellenti con Björk, Depeche Mode, Frank Ocean, David Byrne, Goldfrapp e Subsonica, tra i tanti. I premi, poi: nominata ai Grammy Awards, vincitrice del Mercury Prize, Producer of the Year all’edizione italiana di Billboard Women in Music 2024. A Brescia Salogni torna di rado, anche se le sue radici sono impresse nella mente e affondano nella sua musica.

Nei giorni scorsi la producer ha parlato agli studenti dell’accademia LABA, che l’ha voluta sul palco per raccontare la sua esperienza iniziata nel centro sociale bresciano Magazzino 47 quando era solo una liceale. “Ho avuto la fortuna di incontrare Carlo Dall’Asta, mio mentore. Frequentavo il classico, non avevo alcun background in quel settore. Con pazienza, mi ha insegnato tutto. E mi aiutato a scegliere la strada dopo il diploma”.

Presa la maturità, Salogni lascia Brescia per Londra e frequenta un corso di nove mesi in una scuola (“Aperta h24”) che le permette di affinare la lingua inglese. Da lì, i primi lavori negli studi di registrazione. Nel 2017, come detto, la chiamata di Björk. “Di solito i grandi artisti danno in mano i propri album a persone con cui lavorano da tempo, professionisti con un lunghissimo elenco di crediti. Ma il progresso si ottiene investendo nelle nuove generazioni: è la lezione di Björk”.

A Londra ha aperto Studio Zona e lavorato con i migliori.

“Ma non sono mai stata focalizzata sul successo, bensì sul desiderio di imparare. Il resto è arrivato da solo”.

Cos’è il suono per lei?

“Mi reputo una traduttrice musicale, perché devo tradurre l’idea degli artisti in ascolto”.

Il suo tocco?

“Credo l’eleganza, che non è solo ottenere un bel suono, ma anche un pieno coinvolgimento emotivo, che può essere una scossa o una carezza”.

Quale e quanta importanza hanno le sue radici?

“La psico-geografia è importante nel mio lavoro. Sono cresciuta nella natura e nel lavoro porto molto della mia terra”.

Il suo sogno?

“Aprire uno studio in Italia, possibilmente dove sono nata, sul lago d’Iseo, perché giovani con la mia stessa passione possano restare qui, a fare questo lavoro. Ne ho parlato con artisti con cui ho collaborato. Ci vorrà tempo, non è facile trovare il luogo giusto. Ma sono determinata”.