Crescono gli appartamenti destinati agli affitti brevi, a discapito delle normali forme di affitto. Al Comune di Brescia risultano ben 500 nuove disponibilità di affitti per breve periodo a scopo per lo più turistico, contro solo 80 possibilità di locazione normale.
"Siamo in una situazione in cui anche le famiglie con un normale contratto di lavoro faticano a trovare una soluzione in affitto", ha convenuto Marco Fenaroli, assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia, che ieri ha partecipato all’assemblea pubblica presso le Case del Sole di via Milano (presenti anche i neo consiglieri comunali Francesco Catalano e Valentina Gastaldi).
Da febbraio, nell’immobile sono presenti circa una ventina di famiglie e singoli che hanno occupato alcuni degli appartamenti vuoti, col supporto dell’associazione Diritti per tutti. Una situazione emblematica, perché molti degli occupanti (buona parte da fuori Brescia, tutti con storie complesse alle spalle) potrebbero pagare un affitto, ma non trovano offerte sul mercato privato, né possibilità nell’edilizia residenziale pubblica: basti pensare che a Brescia, all’ultimo bando, per 94 alloggi Aler sono arrivate 1.156 domande.
L’arrivo degli occupanti ha creato qualche disagio tra i residenti regolari della torre (appartamenti Aler) che, da parte loro, sono gravati da spese condominiali troppo elevate (a cui, dicono, non corrispondono servizi pagati, come ad esempio la sicurezza) e debiti pregressi che difficilmente potranno essere estinti. Il tema era stato sollevato e seguito già 3 anni fa dall’associazione Via Milano 59 (che aveva aiutato anche a realizzare il parco del Sole, per lasciare ai bambini uno spazio sicuro).
Delle difficoltà sulle spese si è discusso in assemblea anche con qualche momento di tensione tra i condòmini regolari: in un paio di momenti si è sfiorata la rissa. Fenaroli ha ricordato che le Case del sole non erano nate per l’edilizia a fini sociali e per questo le spese risultano anomale.
"Dobbiamo aprire la discussione con Aler e Regione per sistemare i debiti pregressi – ha spiegato, ricordando che la competenza sulla cassa è regionale – mentre il calcolo per le spese condominiali va allineato all’edilizia economico popolare". Resta il tema degli sfratti: il Comune di Brescia, nel 2022, ha speso 500 mila euro in più per l’accoglienza di famiglie anche di altri Comuni.