
Gianna Nannini
Montichiari (Brescia), 4 aprile 2018 - Gianna Gigante. Per la Nannini “Fenomenale" è una hit “che non finisce mai”. Difficile darle torto, se è vero com’è vero che continua a spalancarle i cancelli dei palasport, depositandola stasera con i suoi “profumi” e le sue “notti senza cuore” nel ventre in tumulto del PalaGeorge di Montichiari e il 13 aprile del Forum di Assago col graffio di una band ad alta gradazione rock trascinata dalla chitarra di Davide Tagliapietra. A parlarne è lei stessa.
L’ultimo album “Amore gigante”, arrivato frattanto al disco d’oro.
«Avrebbe dovuto intitolarsi “Fenomenale”, poi uscì Fabri Fibra con “Fenomeno” e cambiammo nome in “Amore gigante”. L’idea era quella di sovrapporsi a Fabri, anche se la circostanza avrebbe potuto rivelarsi interessante per descrivere un suono, un fenomeno, seppur di significato opposto».
L’importante è che “fenomenale” sia questo tour.
«Ho fatto un disco pop, ma la mia anima è rock e viene fuori soprattutto dal vivo».
Canta al Forum per la seconda volta in cinque mesi.
«Non avendo potuto replicare il concerto a dicembre, lo facciamo ora, tornando con una band forse più sonora, immediata, cattiva, che rinuncia ad archi e percussioni, perché la mia voce ha bisogno di minimalismo, non di virtuosismi o di effetti speciali».
Ci sono modifiche anche di repertorio?
«Essendo un concerto più rock del precedente, rifaccio cose molto emotive come “Scandalo”, “Aria” e qualche altra».
A farle da manager non c’è più David Zard.
«Particolare che la sua carriera di promoter sia iniziata con Aretha Franklin all’Olympia di Parigi e sia finita con me sempre all’Olympia. Con David ci siamo frequentati per quarant’anni e nell’ultima parte della sua vita credo che abbia dato il massimo proprio con me. Zard era un manager di stampo molto internazionale, esisteva lui e basta. Col recupero della vecchia guardia, a cominciare da Adele Di Palma, siamo tornati ad una gestione delle cose più condivisa».
Cantare “Amore bello” con Baglioni a Sanremo...
«Era la mia terza volta ed è stata forse la migliore su quel palcoscenico; anche perché il repertorio di Baglioni è la mia adolescenza e me lo sentivo addosso molto. Avere un emblema della musica italiana come Claudio è servito a ribadire che a Sanremo devono vincere le canzoni e non i presentatori. Ma il problema è: dove sono oggi le canzoni?».
Lei il Festival l’ha vinto come autrice nel 2008 con “Colpo di fulmine”, cantata da Lola Ponce e Giò Di Tonno. Il pezzo avrebbe dovuto impreziosire il suo musical su Pia De’ Tolomei, mai portato in scena.
«La Pia è stata una “pain in the arse”, come dicono gli inglesi, una rottura, anzi una rincorsa continua, perché nel 2006 Zard è stato molto male e poi non ha più avuto le forze necessarie per gettarsi in un’impresa così impegnativa. Penso che, forse, quest’opera oggi abbia bisogno di una nuova visione. Mi sono trovata a lavorare con Pasquale Panella e la nostra collaborazione potrebbe essere un buon punto di ripartenza. A questa Pia, infatti, vorrei allargare le pareti trovando un produttore che ci creda fino in fondo, perché è la cosa più bella che ho fatto. Fa parte della mia cultura, della mia natura ed è un omaggio a Siena. Non nascondo che il mio sogno sarebbe farla in Piazza del Campo».