
Fausto Bariselli
Pincamuno (Brescia), 28 aprile 2023 - In Valchiavenna la prossima domenica si terrà una raccolta firme in cui si chiede di risolvere il problema legato ai grandi predatori carnivori e in particolare al lupo. Recentemente i canidi ritornati a vivere sulle montagne bresciane e valtellinesi hanno predato animali da allevamento. La gente è stanca e ha paura e chiede che si intervenga.
Tra i predatori potrebbero esserci anche esemplari del branco stanziale dell’Alta Valcamonica, ben conosciuto dall’appassionato di lupi Fausto Bariselli, che con loro ha avuto ben 11 incontri e che li ha sempre fotografati, accettato quasi come uno di “famiglia“.
"Le richieste dei valtellinesi sono eque. Chiedono una gestione oculata del fenomeno – spiega Bariselli – mi paiono ragionevoli e non bellicosi. Credo che i ragionamenti spettino agli enti del Parco".
Non tutti però credono che gli atti predatori siano dovuti solamente a lupi, ma anche a cani che si sono inselvatichiti o che la notte scappano dalle cascine. "Attribuire sempre e comunque la colpa al lupo è un errore che non va commesso – spiega Bariselli, conosciuto come il Camuno che balla coi lupi – la presenza di cani che anche solo la sera vengono lasciati fuori dalle cascine dai proprietari e che fanno branco è scientificamente provata. E poi, come nulla fosse, tornano a casa belli tranquilli. La predazione da lupo va certificata con analisi del dna e reperti che si trovano attorno alla preda. Se una pecora uccisa da un predatore ha attorno molti ciuffi di lana, vuol dire che è stato il cane. Il lupo è molto incisivo, uccide subito. Il cane, non avendo un ferrato istinto omicida, tortura la pecora lasciando i segni di questo suo gioco. Tanti atti attribuiti ai lupi vengono poi scoperti essere stati portati a termine da cani. Bisogna sempre fare la massima attenzione". Bariselli, che con i lupi è stato molte volte, che li studia, anche se a livello amatoriale, è la prova che questo animale non è sempre in modalità predatoria.