MILLA PRANDELLI
Politica

“Medici e insegnanti, bonus salva-montagna”. Ecco cosa prevede la nuova legge

Entro fine anno dovrebbe diventare realtà la normativa sui territori in quota. Il sindaco di Edolo: sgravi fiscali a chi lavora qui

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Il sindaco di Edolo Luca Masneri (Brescia)

Edolo (Brescia) - Entro fine anno, salvo sorprese, la nuova Legge sulla Montagna diverrà una realtà. Si tratta di uno strumento atteso e necessario non solo a chi abita nelle valli e in quota, ma a tutta la Penisola e alle isole. Per oltre tre anni ci ha lavorato il sindaco di Edolo, nel Bresciano, Luca Masneri: prima coordinatore del tavolo tecnico e ora Esperto del Dipartimento Nazionale della Montagna di Forza Italia.

Sono previsti investimenti importanti. Quali?

“Prima della legge i fondi per la montagna erano di circa 15 milioni di euro. Con la nuova normativa saliranno a oltre cento”.

All’interno della legge, prevista una serie di benefici per i medici che andranno a occupare i posti vacanti in quota. Di che si tratta?

“I medici che sceglieranno di lavorare in montagna otterranno dei punteggi utili alla loro carriera e avranno anche un bonus annuo fino a 3.500 euro sull’affitto o sul mutuo. Ma c’è un capitolo anche per gli insegnanti...”,

Cosa prevede?

“Anche in questo caso, fino a 3.500 euro l’anno di bonus affitto o mutuo e scatti di carriera e punteggi nei concorsi pubblici”.

Ci saranno novità per agricoltori e rifugisti?

“Sono in cantiere sconti sulle imposte in vista della ricomposizione fondiaria. Per quanto riguarda i rifugi è previsto un riordine normativo”.

In montagna operano professionisti in settori specifici, come i maestri di sci. Vantaggi anche per loro?

“I maestri di sci - in Lombardia sono 2.500 - avranno uno sgravio di 2.500 euro annui sotto forma di credito d’imposta. Poi, vogliamo per gli operatori degli impianti a fune che la professione si riconosciuta come usurante. Ci saranno anche sgravi e finanziamenti per i consorzi forestali”.

Quali sono le battaglie future che attendono i territori montani?

“L’assegnazione delle grandi derivazioni idroelettriche e la compartecipazione dei Comuni ai proventi dello sfruttamento delle proprie risorse ecosistemiche, come per esempio il patrimonio paesaggistico”.