Brescia - Un comportamento scorretto e antisportivo nel mondo nel calcio giovanile Bresciano. Dopo che un’arbitra aveva sospeso la partita della categoria juniores tra Darfo e Carpenedolo in seguito a una rissa in campo tra giocatori, è stata prima aggredita e poi chiusa dentro lo stadio, abbandonata e senza assistenza.
La vicenda è stata resa nota giovedì mattina e l’arbitro donna, si legge nel comunicato della Lega nazionale dilettanti, si è accorta di essere rimasta chiusa “quando usciva dagli spogliatoi si rendeva conto di essere stata abbandonata e chiusa dentro l'impianto”.
Nel referto viene spiegato che lapartita era stata sospesa al 26' del secondo tempo "a causa del verificarsi di una rissa che vedeva coinvolti la quasi totalità dei calciatori presenti sia in campo nonché dei dirigenti di entrambe le società che si spingono e picchiano a vicenda".
"Nel lasciare il terreno di gioco la signora arbitro veniva circondata da tesserati di entrambe le società che contestavano ripetutamente la decisione della sospensione definitiva della gara - si legge ancora - Rientrata piangente nello spogliatoio senza che alcuno si curasse della sua persona poteva svolgere le incombenze di fine gara" ma quando è uscita, "non trovando nessuno si rendeva quindi conto di essere stata abbandonata e chiusa all'interno dell'impianto".
Entrambe le società sono state sanzionate con la sconfitta a tavolino e delle ammende. Per il Darfo Boario, società ospitante, anche una multa di 100 euro "per inidonea assistenza all'arbitro a fine gara". Qualche giorno fa, in provincia di Bergamo, un’altra partita di calcio è sfociata in una rissa tra i giovani in campo e conclusa con un’invasione di campo dei genitori.