
Parma, Ghirardi
Brescia, 12 settembre 2014 - Dopo tre mesi Tommaso Ghirardi ci ripensa: torna in sella al Parma. Era lo scorso 30 maggio quando, con la voce rotta dalla commozione e dalla rabbia, l'imprenditore bresciano aveva sbattuto la porta al mondo del calcio rassegnando le sue dimissioni da presidente del club crociato e mettendo la societa' sul mercato. Il passo indietro è arrivato il 12 settembre. Lo fa, dice, per amore dei tifosi e degli amici che gli hanno detto di non mollare, non per il mondo del pallone che, aggiunge, non gli ha dato una sola risposta convincente ai dubbi che lo avevano portato alle dimissioni.
Ora tutto ritorna come prima, anche perche', e questo e' quello che preme di piu' ai supporter del Parma, l'addio di Ghirardi, dice sempre lui, ''sarebbe equivalso alla sparizione di questo club e non me la sono sentita, dopo lunga riflessione". Nessuno insomma si e' fatto avanti. ''Dissi che il club era in vendita ma non l'avrei regalato - ha spiegato il 'neo' presidente - Mi sarei accontentato di riprendermi quanto speso, ad ogni modo nessuno si e' fatto avanti. E cosi' ieri ho comunicato la decisione al sindaco, che ha sostenuto la mia scelta".
Federico Pizzarotti, il primo cittadino di Parma, e' in prima fila quando Ghirardi annuncia il suo ritorno. Suo uno dei tanti messaggi ricevuti in questi mesi. "Ora parlero' alla squadra dopo tanto tempo, dalle dimissioni ad oggi sono tornato a Collecchio solo tre volte - ha concluso Ghirardi - Ripartiamo con la voglia di confermarci perche' negli ultimi anni abbiamo chiuso sempre nella top dieci del campionato, addirittura sesti nell'ultimo. Non mi sembra poco. Qui abbiamo avuto grandi campioni, come Giuseppe Rossi, Sebastian Giovinco e ancora oggi abbiamo Cassano. Antonio mi mandava messaggi anche dal Brasile per convincermi a tornare sui miei passi. Mi hanno fatto molto piacere, ma ho ricevuto telefonate anche da Javier Zanetti e Pippo Inzaghi". E sull'Europa sfumata e andata al Torino? "Dico solo che sono arrivati dietro di noi e sono in Europa, a questo punto gli auguro di fare bene. Confido in questo nuovo corso della Figc con Tavecchio e mi auguro mi dia risposte che non ho ancora avuto su quanto ci e' successo. Con Abete avevo un ottimo rapporto, ma e' finito un ciclo che ci aveva ingiustamente penalizzato. Confido insomma che il nuovo presidente prenda in esame la nostra situazione. E se dopo le mie accuse di maggio scorso io non sono stato deferito vuol dire che avevo ragione".