RUBEN RAZZANTE
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Legittima difesa: si faccia chiarezza

Il Paese è spaccato in due tra chi vorrebbe liberalizzare, come negli Usa, le licenze per porto d’armi, e chi invece frena, paventando il rischio di un Far West

Milano, 12 settembre 2017 - Recenti episodi hanno rinfocolato le polemiche sulla legittima difesa e riacceso il dibattito sul tema della detenzione di armi e la tutela del domicilio. Il Paese è spaccato in due tra chi vorrebbe liberalizzare, come negli Usa, le licenze per porto d’armi, e chi invece frena, paventando il rischio di un Far West. Come quasi sempre succede, la giusta via sta nel mezzo e a batterla per primo dovrebbe essere il legislatore, regolamentando la materia (il testo di legge è stato approvato alla Camera ed è in discussione al Senato).

L’Italia è uno dei Paesi europei col più basso tasso di armi legalmente detenute. Dal 2014 al 2016 le licenze per porto d’armi sono scese su base nazionale, ma sono aumentate di oltre il 7% in Lombardia, dove hanno superato le 176.000 unità. A Lodi e provincia un abitante su 5 ha regolare porto d’armi. Le armerie a Milano e dintorni sono sempre più frequentate, perché il bisogno di sicurezza è percepito in misura crescente dai cittadini. In Italia le licenze per armi possono essere ottenute per uso personale, per uso venatorio e per uso sportivo. Quest’ultima voce è la più gettonata perché è molto difficile ottenere la licenza per difesa personale. Occorre, infatti, addurre motivazioni convincenti. In materia di sicurezza e di legittima difesa, quindi, l’incertezza regna sovrana e il tema torna alla ribalta solo quando si verificano fatti tragici, quando qualcuno reagisce in casa propria o nel suo negozio a un rapinatore e magari lo uccide. Allora li’ si scatenano gli istinti più brutali di chi difende la liceità di ogni reazione, e il perbenismo e il politically correct di chi considera l’omicidio una reazione comunque eccessiva e spropositata. Sensibile a questi travagli che assillano le coscienze di tutti e che interpellano la professionalità degli operatori del diritto e degli addetti ai lavori si è dimostrato il Movimento Forense, promuovendo un convegno a Milano lunedì prossimo, 18 settembre, con inizio alle ore 15, all’Istituto Zaccaria, mirato proprio a fare chiarezza sull’argomento.

«Negli ultimi anni – dichiara l’avvocato Maria Furfaro, che modererà il dibattito - il numero delle licenze per armi è esploso, in Lombardia più che altrove. Dietro la volontà di possedere un’arma c’è una crescente percezione di insicurezza. Ne parleremo con insigni giuristi, avvocati ed esperti e ascolteremo l’autorevole voce del presidente Maroni». Il convegno, come chiarirà in apertura il presidente del Movimento Forense, Nino La Lumia, si inserisce in un calendario di eventi formativi e assume la veste di concreta iniziativa di politica forense, volta alla tutela della professione di avvocato in ambiti tanto delicati come quello della legittima difesa e della sicurezza.