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Prova del dna nel processo

Proprio in forza del test del Dna Bossetti è in carcere con una condanna all’ergastolo

Milano, 26 gennaio 2018 - Domani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, si ritroveranno a Palazzo di Giustizia, come di consueto, tutti gli operatori del diritto, in particolare magistrati e avvocati, e sarà l’occasione per fare un bilancio dell’attività degli ultimi 12 mesi. In che condizioni è la giustizia? A parte le lungaggini dei processi e le criticità organizzative del sistema, come dovrebbe essere declinato il rapporto magistrati-avvocati? Il week-end prevede anche altri appuntamenti di cartello per i giuristi. Il Movimento Forense di Milano ha organizzato all’Istituto Zaccaria oggi pomeriggio (ore 14) un convegno che dal titolo (“Le nuove frontiere della prova scientifica nel processo penale”) sembrerebbe avere un profilo ristretto agli addetti ai lavori, ma che in realtà fornirà chiavi di interpretazione di casi scottanti di cronaca nera e giudiziaria. Tra i relatori il generale Luciano Garofano, lo psichiatra Alessandro Meluzzi, l’avvocato penalista Nicodemo Gentile e il consigliere dell’Ordine degli avvocati di Milano, Antonio Finelli. In Lombardia si è svolto uno dei processi più importanti, quello a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio. «Le indagini per l’omicidio della ragazzina tredicenne di Brembate Sopra - dichiara Antonino La Lumia, presidente del Movimento Forense di Milano - hanno fatto molto discutere anche perché, caso unico in Italia e, forse, nel mondo, basate sul prelievo del Dna a un numero elevatissimo di persone». Proprio in forza del test del Dna Bossetti è in carcere con una condanna all’ergastolo. Ma alcuni ritengono insufficiente quella prova. Come stanno realmente le cose? Come regolarsi in casi simili? Il convegno punta a fare chiarezza nell’opinione pubblica. «Ne discuteremo con avvocati, psichiatri, biologi, docenti universitari perché il tema della prova è decisivo per l’esito dei processi e va a impattare direttamente sulla vita delle parti in causa».