
Mario Castiglioni (Ansa)
Como, 2 maggio 2018 - La guida comasca Mario Castiglioni è stata la prima vittima della tragedia sulle Alpi Svizzere in cui hanno perso la vita sette scalatori. Il 59enne - come riportato il quotidiano svizzero Le Nouvelliste, ricostruendo la dinamica dell'incidente avvenuto nella zona della Pigna D'Arolla - è morto precipitando dalle rocce nel disperato tentativo di ritrovare la via per il rifugio de Vignettes. Gli altri 13 scialpinisti hanno passato la notte a poche centinaia di metri dalla struttura, "a cinque minuti con gli sci". Nella notte tra domenica e lunedì sulla Alpi Svizzere le temperature sono scese fino a -5 gradi e il vento soffiava fino a 79 km/h. Oltre a Castiglioni ci sono altre cinque vittime. Tre amici bolzanini esperti di montagna, l'insegnante 47enne Elisabetta Paolucci e la coppia Marcello Alberti e Gabriella Bernardi, entrambi di 53 anni, lui noto commercialista lei responsabile delle risorse umane alla Thun. La sesta vittima è una donna bulgara di 52 anni: si tratta, anche se non ci sono conferme ufficiali, della moglie di Castiglioni, Kalina Damyanova, anche lei esperta scialpinista. Di un'altra vittima non è stata diffusa l'identità dalle autorità svizzere.
"UNA GUIDA ESPERTA" - Il 59enne comasco era Guida alpina dal 1992, iscritta al Collegio regionale Guide alpine Lombardia. Castiglioni era esperto come la sua clientela. Così spiegano in un comunicato le guide alpine della Lombardia che parlano di "tragedia". "Era un alpinista di grande esperienza e vantava un lungo curriculum internazionale. Castiglioni aveva salito tre ottomila: il Manaslu, lo Shisha Pangma e il Cho Oyu, e delle Seven Summit il Denali, l'Aconcagua, l'Elbrus e il Kilimanjaro. Aveva scalato inoltre il Fitz Roy, il Cerro Torre, l'Aguja Guillaumet, El Capitan, Half Dome, l'Ama Dablam, l'Alpamayo e il Mont Kenya, per citare solo alcune delle vette da lui raggiunte. Esercitava la professione di Guida alpina a tempo pieno. Con la sua agenzia - sottolineano - organizzava spedizioni e viaggi alpinistici in Italia e in tutto il mondo, spesso di alto livello, tanto che la sua clientela era frequentemente composta da alpinisti preparati, abituati ad andare in montagna, esperti a loro volta. La Haute Route Chamonix Zermatt era un itinerario ben noto a Castiglioni, una traversata classica che aveva percorso tante volte nella vita". "Tutti i nostri pensieri - hanno scritto una nota - sono rivolti alle famiglie e ai parenti delle vittime; vogliamo mostrare loro il nostro pieno sostegno e solidarietà, e facciamo del nostro meglio per assisterli e per aiutare a chiarire le circostanze di questa tragedia".