Nessun lupo nei dintorni di nave: le pecore predate tra il 10 e l’11 dicembre scorso sono state vittima di un cane. Lo ha comunicato il Comando della Polizia Provinciale di Bresca, a conclusione delle analisi genetiche sui tre tamponi salivari effettuati sui capi di ovicaprini predati in località Scarola, a Nave, a pochi chilometri da Brescia. Erano stati 11 gli animali sbranati, tra cui 5 pecore, 4 capretti e 2 capre. A darne notizia era stata l’associazione pastoralismo alpino, secondo cui il pastore proprietaraio di un gregge avrebbe assistito in diretta alla scena. Sul posto erano arrivati Ats e Polizia Provinciale. Le analisi in “linea veloce“, volte alla discriminazione genetica cane-lupo, hanno invece determinato l’appartenenza della specie per tutti i tre tamponi in cane domestico. La predazione, in questo caso, è quindi da attribuire a uno o più esemplari di cani domestici non custoditi.
"Come già comunicato in occasione del ritrovamento delle carcasse – spiegano dalla Provincia - a oggi non si ha evidenza della presenza di un branco riproduttivo di lupi nella zona della predazione, ma ciò non esclude, visto il naturale ritorno del predatore nella nostra provincia, la presenza di singoli esemplari in dispersione. Si ricorda che in caso di avvistamenti e predazioni si può contattare la Polizia Provinciale al 0303748000". Il monitoraggio, in particolare, evidenzia, nel 2023, la presenza del branco al Tonale, con 3 cuccioli, di un nuovo branco bresciano in Val Grande con 4 cuccioli; ci sono poi segnalazioni dall’Alto Garda Garda con avvistamenti di singoli lupi e ritrovamento di resti di predazione di ungulati selvatici, oltre che segnalazioni nella pianura Ovest e tra Val Trompia-Bassa Val Camonica-Valle Caffaro. Per ora, però, non Nave e la Maddalena non entrano nel novero dei luoghi di presenza del lupo. Il caso bresciano è molto simile a quello già registrato nel Comasco, nella Tremezzina, dove pure le analisi del Dna hanno scagionato i lupi, inizialmente sospettati di avere aggredito alcune capre e un allevatore. Anche in quel caso, la responsabilità è stata di cani vaganti.