Dizzasco (Como) – Mentre uno colpiva un anziano con calci e sberle, la collega rideva. Umiliavano i pazienti, li minacciavano e impaurivano, li picchiavano senza motivo, coprendoli di insulti. Le vittime di gravi e continui maltrattamenti, che si ritiene proseguissero da lungo tempo, erano gli anziani degenti della Rsa Sacro Cuore di Dizzasco, paese da 680 abitanti dell’alto Lago di Como, dove ieri mattina i carabinieri di Centro Valle Intelvi hanno arrestato sette operatori sociassistenziali.
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Le condotte più gravi vengono attribuite a Evelina D’Amico, 44enne di Centro Valle Intelvi, e Fabrizio Violetti, 50 anni di Corrido, per i quali il giudice ha disposto la misura cautelare in carcere. Agli arresti domiciliari sono invece finiti altri cinque colleghi: Guglielmo Bruzzo, 33 anni di Argegno, Paola Garbagnati, 48 anni di Moltrasio, Sabrina Codara, 44 anni di Schignano, Milena Faverzani, 51 anni di Centro Valle Intelvi, e Florentina Florea, 44 anni di Dizzasco. Anche a loro sono contestate condotte del tutto simili, ma nei confronti di un minor numero di pazienti.
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Le accuse del sostituto procuratore di Como Alessandra Bellù, scaturiscono da elementi che il Gip definisce “documentali”: settimane di intercettazioni audio e video hanno continuamente mostrato ai carabinieri pazienti allettati, spesso non autosufficienti, mentre venivano strattonati, percossi e ingiuriati, spaventati mettendogli cuscini sopra la testa, colpiti con pugni alle ginocchia, umiliati con commenti o gesti che arrivavano a coinvolgere la sfera intima. Violetti e D’Amico, vengono ascoltati anche mentre ridono della morte di un degente, oppure mentre minacciano di spaccare le gambe a un anziano, mentre chiedono a un paziente che ha appena ricevuto una sberla, se ne vuole un’altra. Il tutto intervallato da insulti. Lo stesso atteggiamento che, in misura numericamente minore, viene contestato anche agli altri indagati: secondo il giudice “incoraggiandosi vicendevolmente”.
A far partire le indagini, a inizio agosto, è stato un ex dipendente, che ha raccontato ai carabinieri tutto ciò che accadeva all’interno della Rsa: i trattamenti che venivano riservati a pazienti inermi causandogli ulteriori sofferenze, degradandoli, e creando uno stato di paura continuo, al punto che alcuni di loro, non appena vedevano qualcuno avvicinarsi al letto, si coprivano il volto per proteggersi. Oltre alle numerose riprese audio e video, nelle indagini sono finite anche le testimonianze di persone che in passato avevano lavorato in quella struttura, tra cui ex tirocinanti. I controlli ieri sono stati svolti anche dai Nas, per verificare i titoli abilitativi dei lavoratori: Florea risulta indagata anche per esercizio abusivo della professione, non avendo un titolo riconosciuto.
Di “profondo sgomento e orrore” parla il sindaco di Dizzasco, Aldo Riva: “La struttura – ha detto - opera dagli anni Novanta ed è sempre stata considerata un punto di riferimento sul territorio, una realtà d’eccellenza e la più grande della provincia di Como”. Nessuna avvisaglia, fino a ieri mattina, di quanto accadeva al suo interno: “Non posso che esprimere tutta la mia costernazione e vicinanza alle persone coinvolte e alle loro famiglie” ha concluso il primo cittadino.