
Cecilia Proietti de La Torteria
Como, 18 dicembre 2019 - Un terzo del cibo prodotto è destinato allo spreco. Una quantità enorme, confermata da continue statistiche e studi per cercare di arginare un fenomeno negativo da ogni punto di vista: non solo economico ed etico, ma anche ambientale, perché la dispersione degli alimenti genera gas dannosi. L’idea che sta alla base di “To good to go”, sistema contro lo spreco alimentare che si sta diffondendo in Italia e che è partito due mesi fa anche a Como, è esattamente quella di intervenire in quel margine di superfluo, cercando di ridurne la percentuale. Funziona attraverso una app, nella quale compaiono tutti i negozi che aderiscono al progetto. Ognuno di loro, ogni giorno, mette a disposizione una “Magic box”, in cui confluiscono i prodotti invenduti, di imminente scadenza, che non è possibile commercializzare nelle ore successive o il giorno dopo. Come il pane e la pizza a fine giornata, i dolci freschi, i piatti pronti al termine delle pause pranzo, le brioches del bar o le verdure del supermercato. Tutta merce destinata a essere gettata in pattumiera perché – pur non essendo scaduta o in pessime condizioni di conservazione, che ne vieterebbero comunque la vendita – nel giro di poche ore verrebbe superata dal prodotto più fresco. Vengono così inseriti in confezioni da 3, 4 o 5 euro, il cui contenuto è una sorpresa per chi fa l’acquisto, e messi a disposizione sulla app. Il cliente sceglie, prenota, ritira nell’orario indicato e paga.
La regola è che il cibo contenuto nella scatola deve essere venduto a un terzo del suo prezzo iniziale: il trancio di pizza da 6 euro viene pagato 2, con l’aggiunta magari di un pezzo di pane da un euro per raggiungere la quota minima di 3 euro. Oppure la torta da 12 euro si acquista a 4, e così via. Nel box del supermercato si trovano frutta e verdura, hamburger, lievitati, tutto ciò che rientra nel fresco e deperibile. Tutto avviene in trasparenza, perché il cliente, una volta aperta la scatola, può confrontare con i prezzi di partenza, valutare le condizioni dei prodotti ed esprimere un giudizio, che si trasmette anonimo e serve da un lato a migliorare il servizio reso dal commerciante, dall’altro e farne salire o scendere gli indici di gradimento.
"Lo scopo primario di questo sistema – dice Cecilia Proietti, titolare del negozio La Torteria – è non buttare il cibo. Il progetto è subito partito bene anche qui, le richieste non mancano mai. Trovo che sia un’iniziativa importante per diffondere la cultura antispreco, anche se spesso le persone inseguono l’affare più che l’aspetto etico legato a questa iniziativa. È continuamente migliorabile, e in questo devo dire che gli ideatori sono molto attenti. Inseriscono correzioni del sistema e della modalità in base alle segnalazioni degli utenti o ai casi che man mano si evidenziano. Ora credo che stiano ragionando sui contenitori: chi acquista la “Magic box” deve avere con sé il sacchetto, perché sarebbe assurdo produrre ulteriori sprechi di materiali in un progetto di questo genere, ma non tutti lo portano, e quindi sta diventando un aspetto da risolvere". Una soddisfazione condivisa da tutti i commercianti che stanno aderendo al progetto. "Non è un’app pensata per arricchirsi – dice Giuseppe Sposato, del negozio Fruttamala – ma per eliminare lo spreco. Devi garantire sempre la qualità, altrimenti i clienti li perdi, e comunque ti esponi con il nome della tua attività: se le recensioni non sono buone, rischiano di crearti un’immagine negativa anche quando i clienti vengono a fare la spesa normale. Inoltre ti consente di entrare in un sistema sempre più utilizzato, e di diventare visibile, di mostrare come lavori".