A quattro anni dalla sua morte Como non dimentica il sacrificio di don Roberto Malgesini, il "prete degli ultimi" ucciso per mano di un senza fissa dimora al quale più volte aveva prestato aiuto. Per ricordarlo ieri a Villa Gallia sono state consegnate le benemerenze istituite dalla Provincia di Como, con il sostegno della diocesi, la Prefettura e il Comune. A consegnare i premi il presidente Fiorenzo Bongiasca, il vicario generale della diocesi monsignor Ivan Salvadori, il vice-prefetto Nicola Venturo e la vice sindaco di Como, Nicoletta Roperto, insieme ai consiglieri provinciali Valerio Perroni, Claudio Ghislanzoni e Agostino Grisoni.
Il riconoscimento è andato alla Croce Azzurra per "l’importante attività di volontariato svolta sul territorio comasco in ambito sanitario, che spazia dagli interventi di trasporto d’urgenza e programmati alle iniziative di formazione e informazione sanitaria, educazione e attività culturali di interesse sociale". Premiata anche l’associazione Oasha Asd da 50 anni impegnata nell’inserimento sociale delle persone disabili attraverso lo sport. È stata poi consegnata una benemerenza alla memoria di Luigi Farina, per l’importante lavoro svolto a favore del territorio della provincia di Como volto ad accrescerne il benessere economico e sociale attraverso il costante impegno nell’attività imprenditoriale, politica e di volontariato con Lariosoccorso, ritirata dalla moglie, Franca Prati.
"I premiati di quest’anno incarnano lo spirito e l’eredità di don Roberto, trasformando i valori che egli ha incarnato in azioni concrete. Ringrazio di cuore Croce Azzurra Odv e Osha Asd Aps per il loro prezioso contributo al nostro territorio e alla comunità, e rendo omaggio alla memoria di Luigi Farina, il cui esempio continuerà a ispirarci – ha sottolineato il presidente Fiorenzo Bongiasca – Un grazie speciale va anche alla scuola, al Liceo Carlo Porta di Erba e alla dirigente Marzia Pontremoli, per aver onorato don Roberto con un gesto simbolico e ricco di significato, dedicandogli un albero nel Giardino dei Giusti. È un segno tangibile dell’importanza di trasmettere alle nuove generazioni i valori di giustizia e solidarietà. L’esempio di don Roberto continua a guidarci e ci ricorda che ognuno di noi, nel proprio quotidiano, può fare la differenza".