Quasi seicento prescrizioni di morfina in un anno e mezzo, intestate agli anziani genitori, obbligati ad assecondarlo, vessati e maltrattati. Sono le accuse che ieri hanno condotto in carcere M.F.C., 42 anni, medico comasco in servizio alla guardia medica di Ats Insubria, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal sostituto procuratore Michele Pecoraro ed eseguita dalla Squadra Mobile.
Le accuse per lui sono maltrattamenti in famiglia, spaccio di droga e truffa ai danni dello Stato. Le indagini si sono concentrate su due aspetti: da un lato le gravi e mai denunciate aggressioni ai genitori, dall’altro la quantità abnorme di prescrizioni di "morfina cloridato", farmaco a carico del Servizio Nazionale, intestate al padre su ricettari in uso al medico, che tuttavia non risulta avesse patologie tali da necessitare di queste cure: per questo motivo, e per l’ingente quantitativo di farmaco acquisito, ben superiore a qualunque dose che potesse essere sopportata quotidianamente dall’organismo, il gip Carlo Cecchetti, che ha emesso l’ordinanza, ha ritenuto verosimile che l’indagato "abbia costituito un’ampia scorta o ceduto a terzi la morfina".
Allo stato attuale delle indagini, sono state rintracciate 424 prescrizioni emesse lo scorso anno, 166 quest’anno, con il conseguente danno patrimoniale nei confronti dello Stato, non ancora completamente quantificato. Tali prescrizioni venivano fatte utilizzando ricettari diversi, ed esibite in diverse farmacie, "tenendo conto del quantitativo massimo prescrivibile mensilmente per ogni intestatario".
A questo si aggiungono le gravissime aggressioni, anche fisiche nei confronti dei genitori, sfociate anche nella frattura di un femore alla madre nel 2019, e a una condizione di terrore che li aveva spinti ad andare a vivere altrove.