Il Comune di Milano ha appena lanciato un bando per lo spazio in Galleria Vittorio Emanuele, attualmente occupato dalla valigeria Bric’s, ma il marchio il cui contratto nel Salotto dei milanesi è scaduto lo scorso 4 giugno non ha intenzione di andar via senza ricevere un’indennità da Palazzo Marino. Il 26 ottobre del 2020, infatti, Bric’s Spa ha notificato al Comune una citazione davanti al Tribunale di Milano per "ottenere il pagamento di 287.376 euro a titolo di avviamento commerciale a seguito di rilascio di spazi di proprietà comunale in Galleria Vittorio Emanuele II, via Marino 7". L’avviamento commerciale indica "l’attitudine del complesso aziendale di un’impresa a conseguire profitto, in virtù di fattori oggettivi e soggettivi che lo caratterizzano", "l’avviamento è spesso destinato a rimanere inespresso, fintantoché non si abbia un trasferimento del complesso aziendale", dunque "l’avviamento può essere annoverato tra i beni immateriali dell’impresa". Bric’s sostiene che la sua permanenza nei 249 metri quadrati in Galleria le dia il diritto di rivendicare la corresponsione dell’indennità di avviamento commerciale e cita l’artico 3, comma 5, della Convenzione che regola la concessione sottoscritta da Comune, proprietario del Salotto, e Bric’s il 5 giugno 2008, scaduta 12 anni dopo, come accennato sopra.
Palazzo Marino sostiene una tesi diametralmente opposta e si è costituito in giudizio per contrastare l’atto di citazione dell’azienda di valigie. L’Avvocatura comunale, infatti, richiama i principi statuiti dalla Cassazione civile che "ha evidenziato le differenze tra l’istituto della concessione e quello della locazione commerciale ed ha, quindi, escluso la possibilità del riconoscimento, al concessionario di beni pubblici con finalità commerciali, dell’indennità di avviamento riconosciuta per legge ai conduttori".